Acqua gratis, i vertici Aca negano

Interrogati dal gip quattro indagati: «Bollette mai cancellate»

PESCARA. Documenti per dimostrare che le bollette non sono state alleggerite, memorie depositate per difendersi dall'accusa di aver fatto favori alle imprese amiche e collegamenti abusivi nelle proprie case.

Sono le 11.30 quando Ezio Di Cristoforo, il presidente dell'Aca, 54 anni, residente a Bolognano, entra nell'aula per essere interrogato dal gip Gianluca Sarandrea, nell'inchiesta che ruota attorno all'acqua: 14 indagati, presunti allacci senza contatore per consentire a ditte amiche di utilizzare l'acqua gratuitamente, collegamenti abusivi e agevolazioni sulle bollette. Quattro ore di interrogatori ai vertici dell'Aca, dal presidente Di Cristoforo al direttore generale Bartolomeo Di Giovanni, dal responsabile del servizio fatturazione Giancarlo Gennari - anche consigliere provinciale Pd - al tecnico installatore Giancarlo Ceci.

E' per questi che il pm Gennaro Varone ha chiesto le misure cautelari: gli arresti domiciliari per Gennari e la sospensione dai pubblici uffici per gli altri tre, ma il gip ha rinviato la decisione a oggi o domani. Di Cristoforo è indagato per peculato, truffa e falso ideologico perché, per la procura, si sarebbe appropriato dell'acqua collegando abusivamente la sua casa di Bolognano alla linea di somministrazione pubblica.

«Sono estraneo a tutto», ha detto all'uscita, mentre il suo avvocato Giuliano Milia ha aggiunto di aver presentato «documenti per dimostrare l'insussistenza dei fatti». Quello di Di Giovanni, indagato per falso e truffa, è stato un interrogatorio lampo: la casa è disabitata, ha detto in aula, alludendo all'abitazione cui si riferiscono le fatture (da 312 a 17,52 euro). Poi, è stato il turno di Gennari che, da ieri mattina, è in aspettativa dall'Aca. L'interrogatorio più lungo, di oltre un'ora. Gennari ha anche pianto respingendo le accuse di abuso d'ufficio e falso ideologico.

Per gli inquirenti, il sistema illecito era quello di stornare le bollette attestando falsamente che sui contatori si erano verificate perdite occulte o malfunzionamenti: così sarebbero state defalcate migliaia di euro in favore di imprese e di cittadini. Come sarebbe accaduto per lo stabilimento Voglia di Mare di Riccardo Padovano, anche lui indagato, a cui ha fatto riferimento Gennari: «Il contatore era vecchio perché attestava un consumo di mille metri cubi di acqua, un'enormità per uno stabilimento balneare nel mese di marzo».

Per il pm, invece, quei consumi di acqua dall'11 marzo al 23 aprile sono stati annullati. Ancora, Gennari ha spiegato che il suo ruolo nell'Aca era quello di responsabile del servizio fatturazione e, quindi, di non essersi mai occupato di accertamenti e malfunzionamenti: «Erano gli uffici i responsabili, da me arrivavano le domande». Infine, l'ultimo a rispondere è stato il tecnico dell'Aca Giancarlo Ceci che ha prodotto la documentazione per attestare che i contatori nei due cantieri di Montesilvano sono stati installati regolarmente.

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