Acqua, protesta contro gli aumenti

I cittadini in piazza: «Giù le mani dalla bolletta, tagliate prima gli sprechi»

PESCARA. Sono scesi in strada i cittadini per dire «no agli aumenti della tariffa dell'acqua» e chiedere di estirpare «malaffare, clientela, spese inutili» dalla gestione di Aca e Ato. La rabbia è stata scaricata in un colabrodo d'oro, simbolo della gestione fuori controllo dell'acqua.

Dopo il blitz della squadra mobile negli uffici di via Maestri del Lavoro a Pescara e nella sede Aca di Montesilvano, passati al setaccio assieme alle abitazioni del presidente Ezio Di Cristoforo, del responsabile dell'ufficio commerciale Giancarlo Gennari, del vice direttore Lorenzo Livello e del tecnico idraulico Giancarlo Ceci, lo sdegno dei cittadini è salito di fronte alla possibilità di un aumento della bolletta del 10 per cento. Ieri, il primo atto della protesta.  L'assemblea dei sindaci, che a fine maggio si era schierata per una stangata del trenta per cento, è fissata al 2 luglio.

Ma mentre l'Aca è finita sotto inchiesta per presunti favori agli amici, la protesta si è innescata dal basso: «No al rincaro delle bollette», è stato scritto sui volantini consegnati ieri in piazza Sacro cuore dalle associazioni Abruzzo social forum, Wwf, Oltre Abruzzi, Rifondazione comunista, Amici di Beppe Grillo, Camera del lavoro di Pescara, Filcem-Cgil, Sinistra critica e Mare libero. 

Dal presidio Augusto De Sanctis, referente acqua del Wwf, ha elencato i dati: «L'Aca ha 198 dipendenti ma la manutenzione delle reti è appaltata all'esterno». Una beffa per i cittadini: «Inoltre», ha detto De Sanctis, «circa un terzo delle somme pagate con la bolletta sono indirizzate al canone di depurazione ma i fiumi abruzzesi sono ridotti a fogne perché i depuratori non funzionano. Il risultato è che paghiamo per un servizio che non otteniamo». 

Il simbolo dello sperpero di denaro pubbblico, per Corrado Di Sante dei Giovani comunisti, è che l'assemblea dei 64 sindaci (Pescara e provincia, Chieti, Francavilla, San Giovanni Teatino, Atri e Silvi) si svolgerà, come al solito, nella sede di Confindustria: «Si affitta una sala a spese dei cittadini», ha spiegato, «ma perché non utilizzare i locali comunali, provinciali e regionali?». 

La rabbia dei cittadini per il rischio di un aumento sulla bolletta è stata scaricata su messaggi indirizzati al sindaco Luigi Albore Mascia e depositati in un colabrodo d'oro: Luigi Ienni ha chiesto di «non aumentare il costo dell'acqua»; Gabriele Costantini ha proposto che «la gestione dell'acqua ritorni al Comune. No all'aumento»; Remo Terreri si è detto «indignato verso i gestori dell'Aca»; Pietro Celiberti ha scritto «basta alle speculazioni»; Mariella Castrovilli si è schierato «contro l'aumento»; Stefania Di Giovannantonio ha detto «viva l'acqua senza sprechi». Una protesta sintetizzata con uno striscione: «Vi siete mangiato tutto.
Anche l'acqua», questo lo striscione riferito alle spese fuori controllo di Ato e Aca. «L'acqua non si vende», il messaggio lanciato con le borracce mostrate da Renato Di Nicola di Abruzzo social forum.  A

nche il partito dei Socialisti pescaresi è intervenuto per chiedere «lo scioglimento di Ato e Aca»: «La loro funzione è stata fallimentare».  In piazza, oggi dalle 16, anche l'Idv: «Tu porta il bicchiere, e noi ti diamo l'acqua. Gratis», il titolo dell'iniziativa nella zona della Madonnina. «Basta», per Carlo Sciarra, «allo scaricabarile sulle responsabilità di chi ha ridotto l'Aca a un colabrodo. Giù le mani dai portafogli dei cittadini stufi di pagare incapacità e sprechi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA