Addio corredi a Pescara, Pulini si arrende ai tempi

La crisi del commercio, la titolare dello storico negozio di stoffe di via Firenze saluta i pescaresi: “Ringraziamo generazioni di clienti...”

PESCARA. Nel suo negozio di via Firenze, Amedeo Pulini ha custodito fino a 300 chilometri di tessuti. Cotone, lino, canapa e ogni tipo di stoffa con cui per novant’anni ha vestito le case dei pescaresi con tovaglie, lenzuola, tendaggi, cuscini e divani. Ma la crisi svuota i portafogli e cambia le abitudini ed è così che con una lettera d’addio «a tutti i clienti di ogni tempo che hanno saputo apprezzare la nostra professionalità e la qualità dei nostri prodotti», la nipote di Amedeo, Francesca Pulini, che dal nonno ha ereditato attività e passione, con un foglio attaccato alla vetrina si accomiata dalla città: «La ditta fondata da Amedeo Pulini nel lontano 1922 termina la sua attività». E senza rimpianti spiega: «Chiudo per la crisi, perché non ho voluto abbassare il livello dei nostri tessuti, della nostra storia. Chiudo perché non ho voluto cambiare».

Un cambiamento inesorabile che in una manciata di anni ha disintegrato il tessuto commerciale cittadino falciando, tanto per citare gli ultimi in ordine di tempo, la storica gelateria Camplone, Ferri elettrodomestici, la libreria Costantini rinata in versione ridotta, la coltelleria Di Giacinto e ancora la libreria Minerva, il negozio di biancheria Frette e quello di calzature Bata. «Abbiamo resistito per una decina d’anni, visto che il locale è nostro, ma negli ultimi mesi davvero non comprava più nessuno. Tutti a dire che belle vetrine, ma nessuno a spendere. Perché il settore ormai non va più, non ci si sposa, si convive in case piccole e si preferisce uscire piuttosto che invitare gente. La crisi ha cambiato la mentalità della gente, la qualità non interessa. Ci siamo abituati al prezzo basso e al fatto che le cose non durano più».

E pensare, racconta Francesca, «che in negozio ogni tanto arrivava ancora qualche signora che raccontava di usare ancora le lenzuola del corredo acquistate da mio nonno. Perché fino a qualche tempo fa», va avanti Francesca, «i corredi li compravano tutti. Magari a rate, ma ogni famiglia investiva milioni per la biancheria della vita. Cosa che non succede più». E dire che subito dopo la Guerra erano state proprio le famiglie altolocate pescaresi a convincere Amedeo Pulini ad aprire un negozio a Pescara. «Mio nonno vendeva porta a porta, era di Arsita, nel Teramano, aveva iniziato a fare il sarto dopo la quarta elementare e oltre a vestire i contadini della zona in cambio di grano e prodotti agricoli, da ragazzo aveva iniziato a fare il viaggiatore. È così che nel 1922 arrivò a Pescara dove poi nel 1947 si fermò definitivamente con il negozio». Un destino quasi segnato, quello di Amedeo Pulini, nato lo stesso giorno della principessa Mafalda di Savoia, il primo giugno del 1901: a tutti i bambini nati quel giorno Casa Savoia regalò infatti un corredino che però, dati i tempi, la famiglia Pulini rimandò indietro in cambio di un altro regalo, il trasferimento del padre di Amedeo, che faceva il guardaboschi, da Castelli ad Arsita. Ma i corredi e i tessuti erano evidentemente nel dna di Amedeo. «Siamo arrivati ad avere quattro sarte, ognuna con una specializzazione diversa tanto era la richiesta», ricorda Francesca che oggi ha 43 anni ma che nel negozio passato dal nonno, al padre Alessandro, ci è cresciuta affiancando la mamma Loretta. Di quei tempi e di quei successi, al piano terra della palazzina rossa liberty di via Firenze oggi resta il pannello in ceramiche raffigurante le arti e i mestieri in Abruzzo, realizzato nel 1980 dal maestro Serafino Mattucci, di Castelli. «È bello anche il pavimento, speriamo ci aprano un ristorante», chiude Francesca.

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