Aggrediscono i capitreno, due giovani denunciati a Pescara

Viaggiavano senza biglietto sull’Intercity per Bologna, ma sono stati scoperti. Un controllore è stato buttato giù da un vagone e ha riportato lievi ferite

PESCARA. Pensavano di viaggiare sull'Intercity per Bologna senza pagare il biglietto. Ma sono stati scoperti non appena hanno messo piede sul convoglio e hanno pensato bene di prendersela con i capitreno, spingendone uno fuori dal vagone.

È finita male per due ragazzini di Brescia che, dopo un'indagine andata avanti circa due mesi, sono stati denunciati dal personale della polizia ferroviaria per resistenza, violenza, minacce e lesioni a pubblico ufficiale. Sono un 21enne e un 23enne, che già in passato si sono fatti conoscere dalle forze dell'ordine per episodi simili e sono passati in Abruzzo il 17 aprile, quando si sono presentati alla stazione di Pescara mischiati a una trentina di giovani, forse dopo un rave party nella zona di Manoppello.

La Polfer, diretta da Davide Zaccone, ha notato il gruppo vestito in modo alternativo, tipo punkbestia, e anche due capitreno si sono accorti di questa presenza, per cui quando una decina di loro è salita sull’Intercity per Bologna, verso le 17, i capitreno li hanno raggiunti, raggruppati tutti tra una carrozza e l'altra e hanno chiesto loro il biglietto.

Ma non avevano il tagliando, per cui si è accesa una discussione e i giovani prepotenti che volevano viaggiare gratis sono stati invitati a scendere, visto che il convoglio era ancora fermo.

La reazione è stata violenta, sono partiti gli spintoni e un capotreno è finito giù dal vagone, come registrato da una telecamera che lo ha ripreso mentre volava fuori dalla porta. La discussione si è spostata sul binario, mentre la comitiva lasciava l'Intercity, e uno dei giovani se l'è presa con un altro capotreno, come a volergli strappare di mano il telefonino con cui stava allertando la polizia. Si sono allontanati nell'interbinario, ma sono stati bloccati dalla Polfer e identificati, dopodiché hanno lasciato Pescara. La vittima, giudicata guaribile in una decina di giorni, ha proseguito il suo lavoro e a Bologna ha sporto denuncia, facendo scattare le indagini. Ma a quel punto la polizia ferroviaria si è resa conto che i due presunti responsabili hanno fornito rispettivamente un cognome incompleto e una data di nascita inesatta, per cui c'è voluto un po' prima di risalire alla vera identità dei due. Per ricostruire i fatti sono state utili le riprese effettuate dalle telecamere della stazione e le testimonianze di chi era sul treno.

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