«Agricoltori, i danni non si risarciscono con i prestiti Fira» 

PESCARA. «Fare indebitare le imprese con i microprestiti Fira, peraltro non ancora erogati, non è la soluzione». La risposta del già assessore Emanuele Imprudente all’attacco del Pd sulla mancanza di...

PESCARA. «Fare indebitare le imprese con i microprestiti Fira, peraltro non ancora erogati, non è la soluzione». La risposta del già assessore Emanuele Imprudente all’attacco del Pd sulla mancanza di sostegni al comparto agricolo dopo gli eventi atmosferici estremi della scorsa primavera non soddisfa Silvio Paolucci, che controreplica.
«Ci aspettavamo novità sui tempi di erogazione dei fondi promessi al comparto agricolo e vitivinicolo col decreto elettorale sulla peronospora e le risorse che noi abbiamo fatto mettere in bilancio», dice Paolucci. «Invece l’assessore mette una toppa che è peggiore del buco. Parla di azioni tempestive: ma dov’è la tempestività se a diversi mesi dalle denunce di consorzio e associazioni di categoria e dalla stessa delibera di giunta sui danni non si ha ancora né contezza sulle risorse, né sui tempi di erogazione? Con l’inerzia e le bugie questo centrodestra sta affossando il settore. Un disastro che pagano i nostri operatori, l’auspicio è che la delega passi ad altre mani nel nuovo esecutivo».
«Nemmeno i 12,5 milioni sono farina del loro sacco», aggiunge il capogruppo Pd rieletto all’Emiciclo, «perché il governo regionale nulla aveva stanziato per le oltre 15.000 imprese piegate dal maltempo e dalla situazione dei raccolti, più che dimezzati e, in molti casi, del tutto andati in fumo. Basta bugie anche sull’operazione Fira, che non ha ancora erogato un centesimo e con cui le aziende, appena 231, vengono costrette a indebitarsi per prendere 5.000, 10.000 e 15.000 euro chissà quando, ben poca cosa visto che continuano a pagare mutui e contributi perché le richieste di sospensione fatte dalle associazioni prima alla Regione e poi al Governo a oggi sono state tutte disattese. Il comparto non ha preso niente, perché il decreto fatto a ridosso del voto non ha le circolari che attivano la procedura, la piattaforna è ferma e 7 milioni di fondi per tutta l’Italia sono ridicoli rispetto all’entità dei danni».