ABRUZZO DELLE IDEE

Agricoltori & inventori di rose nere e sale spray 

L’Oscar Green va a cinque imprese giovani. C’è anche il cacio senza lattosio

CHIETI. Scusa cara, mi spruzzi un po' di sale sulla bistecca? E tu mi porti un mazzo di rose nere? Il futuro dell'agricoltura abruzzese passa per l'ingegno, le idee e i giovani. Offrire a una donna un mazzo di rose nere è originale. Produrre un pecorino per bimbi intolleranti al lattosio è solidale. Coltivare luppolo per fare venti tipi di birra artigianale è autarchico. E piantare pomodori e bietola in un solco di terra in affitto è geniale. Cinque imprese giovani, cinque idee innovative, cinque storie abruzzesi premiate a Chieti con l'Oscar Green di Coldiretti.
Buono per gli ipertesi. Emanuele Grima ha 40 anni. Ha studiato economia, nella vita è il titolare di Geoessence di Tollo. Con la moglie, Elena Di Ghionno, produce essenze, e tra i suoi prodotti innovativi c'è il sale liquido aromatizzato: un distillato liquido salato in spray che, attraverso un processo di estrazione di vegetali, permette di salare e aromatizzare. In modo pratico ed elegante e con un occhio al contenuto di sodio, che viene dosato in quantità inferiore rispetto al normale sale in grani. Insomma, è il sale per gli ipertesi.
Che cacio! La seconda storia da Oscar è quella di Rinaldo D’Alessio. Di anni ne ha 38 ed è titolare de La Mascionara, un'azienda agricola di Campotosto. Il suo formaggio è solidale verso i bambini e tutte quelle persone che non tollerano il lattosio. Rinaldo ha creato il galattico: un pecorino semistagionato particolarmente adatto ai più piccoli. E’ il vincitore della categoria Campagna Amica. E produce anche l'amatriciana con il consorzio di cui fanno parte oltre a Campotosto anche Amatrice, Pietracamela e altri Comuni dei Monti della Laga. E' un pecorino lavorato a latte crudo da pascolo con un disciplinare ferreo con cui l'imprenditore di Campotosto ha vinto il premio internazionale Roma formaggi. Ma torniamo al galattico: come si fa? «Semplice, abbiamo preso un enzima, la delattasi, che trasforma il lattosio in galattosio», risponde Rinaldo, imprenditore di terza generazione orgoglioso della sua azienda familiare che dà lavoro a una decina di dipendenti. «E' un modo per ripartire dopo l'ennesimo terremoto», dice, «Noi portiamo l'Abruzzo anche nel Nord Italia».
Birra autartica. La terza storia bella è quella di Marco Pagliara, 29 anni di Atri, titolare dell'azienda agricola Babilhop, vincitore della categoria Fare Rete in collaborazione con Beer Inspired di Alessia Limone. E’ il progetto di quattro amici trentenni che hanno costituito una ditta individuale (di Alessia Limone) e una società agricola (di Marco e Pasquale Pagliara, e Antonio Ferretti). La prima trasforma il luppolo in birra. La seconda produce luppolo ed è tra le pochissime in Italia perché è un luppoleto sperimentale con venti varietà diverse.
Dottoressa dei campi. Semplice e geniale è poi l'idea di Annalisa Mastrogiuseppe, 26 anni, laureata in lingue e titolare dell’azienda le Favole di Gaia di Pratola Peligna. Un'azienda giovane nata nel 2009, vincitrice della categoria We Green. Annalisa, dal sorriso e l'ottimismo contagiosi, si è specializzata nell'adozione di bioorti. In sostanza, i clienti scelgono il proprio solco e, insieme all’azienda, lo coltivano o lo fanno coltivare per raccogliere da maggio ad ottobre i prodotti a chilometro zero. Tutto nasce da un pezzo di terra e da un po' di amici che volevano coltivarlo. L'imprenditrice non è sola, il papà, laureato in biologia e insegnante di educazione tecnica, le sta accanto. E lei dà in adozione 50 solchi di terra che attirano a Pratola persone di Pescara e Chieti oltre che dalla Valle Peligna. Coltivano pomodori, lattughe, bietole, peperoni. Ma un cliente le ha chiesto di coltivare anche i cocomeri.
Rose nere per te. Infine c'è Leonardo Rocchetti, 23 anni, di Civitella del Tronto, laureando in Economia ad Ancona. Aiuta il padre nel vivaio hi-tech specializzato nella produzione di rose recise, con stazione meteo e stanze a temperatura programmata. Tra i prodotti di punta, ogni genere di rosa made in Italy con particolare attenzione alle rose nere, verdi e blu: si tratta di rose che, attraverso l’assorbimento di colori naturali, vengono opportunamente tinte e sono richiestissime per cerimonie, ricevimenti o feste di gala per la loro rarità.
La rosa nera è la più suggestiva. E' classe ed eleganza, quindi si adatta a serate di gala, convegni e, perché no, anche per matrimoni di rango. «Ne abbiamo spedite 200 a Milano per un nuovo locale d'abbigliamento», dice il giovanissimo imprenditore di terza generazione. Infatti inizia tutto da un sogno di nonno Guerino, che oggi non c'è più, poi papà Leo e la mamma che dal Venezuela ha portato in Abruzzo la cultura della rosa recisa. A colorarle ci pensa però Leonardo. Come si fa? «E’ un segreto di famiglia», risponde strizzando l'occhio.