Il luogo del delitto (foto Luciano Adriani)

Alba Adriatica, pugnalato a morte per gelosia: arrestato l’assassino del 22enne

Manuel Spinelli trafitto durante una lite dall’albanese Koldashi. Il giovane colpito al torace muore nel pronto soccorso dell'ospedale di Giulianova

ALBA ADRIATICA. E’ durato tutto 8 secondi. Otto secondi per morire. Erano passate da poco le 23 di martedì quando tre rom escono dalla Taverna Wolf in pieno centro ad Alba Adriatica (Teramo). Proprio in quel momento passa l’utilitaria dell’albanese Farim Koldashi, con a bordo la sua nuova fidanzata.
E’ una coincidenza fatale. Nel gruppetto di tre rom c’è infatti anche Manuel Spinelli, 22 anni, l’ex della nuova ragazza di Koldashi. L’auto arriva quasi a sfiorare il gruppo dei rom, sul lungomare di Alba. Gli animi si accendono. L’albanese di 27 anni scende dalla macchina e nasce subito un litigio violentissimo con i tre rom. Insulti, pugni e l’albanese tira fuori un coltello con cui tira due fendenti al 22enne. Uno lo colpisce al volto, l’altro, certamente fatale, raggiunge il cuore.
Il ragazzo si accascia a terra, privo di sensi. Tutta la scena di sangue dura 8 secondi, forse 10. Koldashi, gravemente ferito al volto, risale sulla sua utilitaria e riparte a tutto gas.

La vittima Manuel Spinelli

Ai due rom, fra cui il padre di Manuel Spinelli, non rimane che trasportare il ragazzo verso la macchina, parcheggiata un centinaio di metri più a sud. Lo caricano sull’auto e si dirigono verso l’ospedale di Giulianova. Intanto i tanti testimoni hanno provveduto a chiamare il 118 e i carabinieri di Alba Adriatica.
Durante il trasporto il ragazzo si aggrava. Intanto da Giulianova parte una ambulanza della Croce Rossa, che fa un rendez vous con l’auto all’altezza della rotonda di Tortoreto. Poi arriva anche l’automedica. Sono momenti frenetici. Si tenta di tutto per salvare il ragazzo, ma probabilmente il coltello ha colpito direttamente il pericardio. E appena arriva in pronto soccorso Manuel Spinelli muore.

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Intanto sul luogo dell’aggressione, in pieno lungomare di Alba, all’angolo con via Mazzini, arrivano i carabinieri, prima quelli della compagnia di Alba Adriatica agli ordini del maggiore Emanuele Mazzotta, poi quelli del reparto operativo provinciale agli ordini del capitano Roberto Petroli. L’area viene isolata e i carabinieri segnano sull’asfalto di momenti salienti di quanto accaduto poco prima: il posto dell’aggressione e la lunga scia di sangue fino al parcheggio dov’era l’automobile. Si sentono i testimoni e si acquisiscono i filmati, in particolare quelli delle telecamere di sicurezza della taverna Wolf.
I carabinieri non ci mettono molto a capire chi fosse quell’uomo che ha tirato i due fendenti. E lo rintracciano dopo qualche ora a Corropoli. E’ Farim Koldashi, albanese che ormai da anni vive ad Alba e che ha fatto diversi lavori, dalla gestione di alcuni locali all’attività nell’impresa edile del fratello. L’uomo è malmesso: ha il palato sfondato e gravi traumi al volto, tanto che i carabinieri lo portano alle 6 all’ospedale di Teramo dove viene ricoverato in una camera di sicurezza e piantonato. E qui Koldashi viene sottoposto a fermo con l’accusa di omicidio volontario, come disposto dal sostituto procuratore Davide Rosati.
Intanto per tutta la notte una grande folla di rom si è radunata davanti all’ospedale di Giulianova, dov’era il corpo del ragazzo. Scene di dolore e di rabbia, tanto che la compagnia dei carabinieri di Giulianova è stata a lungo a presidiare la zona. Il corpo è stato poi trasferito all’obitorio dell’ospedale di Teramo, dove stamattina l’anatomopatologo Giuseppe Sciarra eseguirà l’autopsia. Sempre oggi è previsto l’interrogatorio dell’albanese, difeso dall’avvocato Paola Pedicone.
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