Albergo e uffici sulla riviera sud 2 ricorsi al Tar contro il progetto

Acerbo e il titolare dell’hotel Regent contestano il rilascio dei permessi a Pescaraporto Il Comune, coinvolto nel giudizio, si schiera in difesa della società di Milia e Mammarella

PESCARA. Non ha pace il progetto di Pescaraporto che prevede la realizzazione di un albergo, uffici e negozi nell’area ex Edison, sulla riviera di Porta Nuova. Dopo le polemiche sollevate da politici, cittadini e associazioni, arrivano i ricorsi al Tar per bloccare il maxi intervento già avviato. Uno, è stato presentato da Maurizio Acerbo, consigliere comunale e regionale di Rifondazione comunista. L’altro, dalla società Angela, di Antonio Rubaudo, che ha in proprietà l’Hotel Regent, sul lungomare Cristoforo Colombo. Il Comune, coinvolto nel giudizio per aver rilasciato i permessi per costruire, si è schierato in difesa di Pescaraporto, di cui sono azionisti la famiglia dell’avvocato Giuliano Milia e i costruttori Luca e Andrea Mammarellacon le società Viana e Uropa.

La crociata di Acerbo. Il consigliere di Rifondazione è stato il primo a contestare l’intervento nell’ex Edison che stravolge completamente il Piano particolareggiato 2, elaborato dall’amministrazione comunale per ridisegnare l’intera area golenale e portuale di Porta Nuova. Sul lungomare, in particolare nell’area ex Edison, arriveranno 20mila metri cubi di cemento. Pescaraporto, approfittando di una norma del Decreto sviluppo del governo Berlusconi che consente ai privati di bypassare i Piani particolareggiati degli enti locali, in assenza di una legge regionale in materia, è riuscita ad ottenere i permessi edilizi dal Comune ed è subito partita con i lavori.

La contestazione verbale di Acerbo si è così trasformata in un’azione legale. Il 3 dicembre scorso, ma la notizia è emersa solo qualche giorno fa, il consigliere ha presentato ricorso al Tar, contro il Comune e nei confronti di Pescaraporto, richiedendo l’annullamento, previa sospensione, dell’efficacia del permesso alla società di Milia e Mammarella per la demolizione dei vecchi edifici e la riqualificazione dell’intera area ex Edison di 9.800 metri quadrati. Secondo Acerbo, l’intervento non rispetterebbe per tale zona i parametri, indicati dal Comune nel Piano regolatore. Più precisamente, una superficie di cessione pari al 53,32 per cento, di cui il 40 per cento destinato a verde pubblico, il 9,32 a parcheggi pubblici e il 4 alla viabilità. Parametri, tra l’altro, ampliati ulteriormente nel Piano particolareggiato 2. Il consigliere ha elencato, in proposito, tutte le leggi e decreti presidenziali che sarebbero stati violati con il rilascio dei permessi. Ha sollevato persino la legittimità costituzionale del Decreto sviluppo.

Ricorre anche un hotel. Differente la contestazione al Tar presentata dall’Hotel Regent. La società Angela, proprietaria dell’albergo, ha riportato nel ricorso il contenuto delle osservazioni al Piano particolareggiato già presentate nel giugno scorso per modificare il Piano particolareggiato. In particolare la società, pensando ai propri interessi, ha mostrato forti preoccupazioni per l’alta concentrazione di alberghi sulla riviera di Porta Nuova, previsti sia nel Piano particolareggiato, sia nel progetto di Pescaraporto.

I lavori vanno avanti. Ma non si ferma il maxi intervento nell’ex Edison, tra il porto turistico e l’ex Cofa. Le ruspe hanno già buttato giù i vecchi capannoni industriali e ora partirà la riqualificazione. Il progetto prevede la realizzazione di tre fabbricati, di cui 2 alti 21,50 metri, cioè sette piani. Il primo, conterrà 18 negozi; il secondo, uffici; il terzo, un albergo. Verranno costruiti anche dei parcheggi: alcuni ad uso pubblico, per 2.159 metri quadrati; altri pertinenziali esterni, per 475 metri quadrati; altri ancora interrati ad uso dell’albergo, per 838 metri quadrati e degli uffici, per 1.180 metri quadrati.

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