Albore Mascia: Pescara in 3 mosse

«Sicurezza, collaborazione e provvedimenti concreti: così rilancio la città». Programmi, ambizioni e risposte alle critiche, il sindaco scrive una lunga lettera ai pescaresi

Una lunga lettera indirizzata al direttore del Centro Luigi Vicinanza e, ovviamente, a tutti i pescaresi. Il sindaco Luigi Albore Mascia, a poco più di un anno dall'insediamento a Palazzo di città, ha scelto questa formula per spiegare la sua idea di Pescara (dalla sicurezza alla Zona franca), tracciare le linee di intervento e rispondere alle critiche dell'opposizione.

di Luigi Albore Mascia


Nelle ultime settimane a più riprese abbiamo sentito rivolgere all'amministrazione comunale, che guido da poco più di un anno, un'affermazione precisa: "il centro-destra e l'attuale governo cittadino non hanno un'idea di città".

Vede Direttore, Pescara è una città complessa, in continuo movimento, soggetta a molteplici influenze. La nostra amministrazione comunale, da un anno a questa parte, si è posta un obiettivo preciso: non quello di lasciare una traccia del proprio passaggio, una testimonianza, quasi una reliquia da venerare per i posteri.

Il nostro obiettivo è dare piuttosto un'impronta alla Città, aiutarla a imboccare una strada, a iniziare un cammino, lasciandoci dietro, è inutile negarlo, delle macerie, e consentendo ai pescaresi di tornare a guardare avanti, pensando in prospettiva, tra l'altro prevedendo delle misure di sostegno che tengano conto della particolare congiuntura economica che stiamo attraversando, certamente non un alibi per le pubbliche amministrazioni, ma comunque un dato incontrovertibile da considerare.

Il primo risultato che ci siamo prefissi è stata la rinascita economica e culturale: per anni ci siamo sentiti rassicurare attraverso messaggi che parlavano, a livello locale, della ripresa del settore edilizio, di una città in costruzione, quasi un nuovo dopoguerra, dell'economia del mattone che finalmente ricominciava a fare da traino. Per anni abbiamo letto statistiche puntualmente diffuse con cadenza sistematica proprio nel mese di luglio in cui si parlava di impennata demografica, ripresa dell'occupazione. Poi, quando ho assunto la guida della città, il castello di cartapesta è crollato svelando una realtà ben diversa, quella di una città rimasta indietro, una scoperta che comunque non ci ha scoraggiato, ma piuttosto ci ha convinti ad assumere le redini per proporre la nostra "Idea di territorio".

Attraverso un intenso dialogo abbiamo ricucito i rapporti con il tessuto produttivo di Pescara: commercianti, operatori del terziario, imprenditori del mare, mondo dell'associazionismo, del volontariato, della cultura, dello sport, e soprattutto istituzioni, perché innanzitutto occorreva restituire credibilità e fiducia istituzionale, occorreva ricostruire l'immagine ufficiale dell'Ente Comune.

Tre i cardini della nostra Idea di Città: sicurezza, collaborazione e provvedimenti concreti. A un anno di distanza Pescara è indiscutibilmente più sicura e non per quelle statistiche trite e ritrite che, proponendo diagrammi e percentuali, poco rispecchiano la realtà di un territorio. Pescara è più sicura grazie a quel network istituito con Prefettura, forze dell'ordine e, per la prima volta in assoluto, imprenditori, un network che ci ha permesso di blindare il centro storico, la riviera, nord e sud, senza dichiarare guerra ad alcuna categoria, né adottare iniziative coprifuoco.

Pescara oggi è monitorata di giorno e di notte, attraverso una videosorveglianza che ci garantisce anche un miglior impiego delle risorse umane disponibili. Siamo riusciti a riallacciare rapporti di collaborazione con le energie produttive non in forza di questa o quella promessa, o di uno scambio merci, ma in nome del rispetto delle istituzioni e della necessità di lavorare insieme per far emergere la nostra realtà a livello nazionale, una collaborazione tra l'altro che non tiene conto di colori politici o di spoil system.

Stiamo realizzando provvedimenti tangibili, concreti, per migliorare le condizioni di vita sul territorio: penso agli aiuti per le famiglie numerose o che vivono una qualunque forma di disagio, nel sociale, penso alla liberalizzazione degli esercizi commerciali, alla Zona franca urbana, alle iniziative attivate con Sviluppo Italia per offrire un'occasione ai giovani; penso alla redazione dei grandi progetti infrastrutturali che da settembre in poi inizieranno a rendersi visibili: il ponte carrabile presso l'ex Camuzzi, l'asse via dell'Emigrante-via Caravaggio-via Ferrari, penso ai parcheggi, penso a quelle Caserme, quella della Guardia di finanza e quella dei carabinieri, due opere storiche che siamo riusciti a far partire dopo anni di dibattiti. Penso alla rinnovata capacità progettuale della nostra amministrazione che ha deciso di restituire al Consiglio comunale il compito di scegliere lo sviluppo del territorio.

Spesso negli ultimi mesi abbiamo sentito le voci degli imprenditori che parlavano di un blocco dell'urbanistica, uno dei presunti segni della cosiddetta assenza di un'idea di città. In realtà noi abbiamo un'Idea chiara circa lo sviluppo di Pescara, sul cosa fare nelle cosiddette aree degradate, ma prima di raccontare tale idea abbiamo dovuto riscrivere le regole per restituire agli eletti dal popolo il compito di decidere nell'interesse della città, un compito sino a oggi affidato interamente ai privati o, al massimo, oggetto di trattative che spesso mandano in onda la cattiva politica. Abbiamo riscritto le regole, deciso il ruolo dei singoli «attori», individuato le priorità, poi abbiamo chiamato le organizzazioni imprenditoriali, e non i singoli soggetti, che renderemo partecipi di tale processo di crescita.

La nostra idea di città è quella di una Pescara giovane, a misura d'uomo, culturalmente vivace e proiettata fuori dai confini regionali e nazionali. Ci stiamo provando con un Festival tanto contestato ancor prima di iniziare, e che invece ha uno scopo ben preciso: essere da stimolo anche alle compagini culturali locali che dovranno necessariamente confrontarsi con forze esterne all'Abruzzo, compagini che per nove giorni saranno sottoposte a un esame rigido, serio, dimostrando il proprio saper fare, una sfida che l'amministrazione comunale ha lanciato perché siamo sicuri di poterla vincere. Il Festival vuole portare l'attenzione della cultura su Pescara e vuole spingere Pescara verso il mondo. E invece anche in questo caso sembra che abbiamo toccato le corde della sensibilità di quelle forze che ancora non hanno il coraggio di mettere la testa fuori dal guscio e che appositamente tentano di tenere il capoluogo adriatico a una dimensione di provincia.

Pescara è una Città metropolitana, è la capitale dell'Abruzzo, senza nulla togliere all'Aquila, Pescara è l'ammiraglia della regione: siamo consapevoli di questo ruolo e delle sue implicazioni, siamo consapevoli delle responsabilità che tale ruolo attribuisce alla nostra pubblica amministrazione che proseguirà il proprio cammino, pronti ad accogliere le critiche costruttive, ignorando quelle distruttive e politicamente strumentali.