Alessandrini a Di Pietrantonio «Cerchi solo flash e microfoni»

Scambio di accuse tra i due candidati Pd alle primarie. Dopo l’attacco del capogruppo, la replica: «Caro Moreno, chiediti perché i consiglieri comunali non sono schierati dalla tua parte»

di Andrea Bene

PESCARA

. «Di Pietrantonio dovrebbe chiedersi perché tra i suoi sostenitori non ci sono i consiglieri comunali, con i quali ha trascorso gli ultimi cinque anni della sua vita politica». Marco Alessandrini non poteva usare parole più pesanti per replicare all’attacco, lanciato nei suoi confronti, dal capogruppo del Pd Moreno Di Pietrantonio, in un’intervista pubblicata ieri sul Centro. I due candidati del Pd alle primarie del centrosinistra sono ormai ai ferri corti. Di Pietrantonio ha detto che Alessandrini è un «candidato improvvisato». «Non credo che le candidature a sindaco possano essere improvvisate, decise a tavolino 24 ore prima», ha affermato il capogruppo.

Secca è stata la replica del consigliere comunale: «È sicuro che Di Pietrantonio abbia svolto bene il suo ruolo di capogruppo, sempre in affanno alla ricerca di un flash o di un microfono?». «Caro Moreno, hai ragione», ha cominciato Alessandrini, «per i cittadini sono la soluzione improvvisa a questo teatrino di Mascia & co. So che il protagonismo in politica non può essere un’avventura individuale, ma la risposta ad un senso diffuso di fiducia nella comunità. È una fiducia bella e importante quella che arriva dalla gente e che mi ha spinto a candidarmi di nuovo, perché non la si può pretendere».

«Sto vivendo con entusiasmo la campagna alle primarie da sindaco», ha proseguito, «parlando della città e di quello che dobbiamo fare insieme per rimetterla in piedi, perché è questo che mi interessa. Ma leggendo le dichiarazioni di Moreno Di Pietrantonio oggi mi pare di capire che ci sia un clima diverso da quelle parti. Io, comunque, sono contrario al fuoco amico, quello che ho da dire è tutto nei confronti dell’amministrazione Mascia che, da inutile negli ultimi tempi, si sta rendendo dannosa per la città».

Alessandrini ha, quindi, spiegato perché ha scelto di candidarsi. «Mi sono messo a disposizione di questa missione», ha fatto presente, «quando la fiducia della città mi ha richiamato in causa con numeri molto chiari, che mi hanno soprattutto fatto sentire convocato nuovamente».

Poi, Alessandrini è entrato nel merito dell’accusa lanciata da Di Pietrantonio. «Negli ultimi cinque anni», ha sottolineato, «ho svolto con interesse e partecipazione il ruolo di consigliere comunale, preferendo il lavoro di squadra alla corsa per la ribalta individuale sulla stampa, o davanti alle telecamere, anche perché i contenuti non si dichiarano nei virgolettati, ma si affermano negli atti e nelle posizioni condivise che in politica si riescono a produrre ed è questo ciò a cui mi sono dedicato in consiglio comunale».

«Detto questo», ha affermato il consigliere, «continuerò a parlare con i cittadini facendomi portatore di una politica diversa, che fa squadra, per costruire un’idea di città che torni a crescere, ad essere vicina ai problemi, che dia soluzioni». «Non dirò cose impressionanti», ha avvertito, «né, in questi giorni di campagna elettorale, perderò tempo a denigrare i competitor che per me sono altri dai compagni di partito. Il 9 marzo sarà la gente a dire la sua sul mio nome».

Alessandrini ha concluso con una stoccata finale al suo collega rivale nella corsa a sindaco: «Dopo tutto Moreno ha detto quasi la verità: per i pescaresi sono la soluzione improvvisa al teatrino della politica andata in onda negli ultimi anni. E lo ringrazio per averlo messo in evidenza a suo modo».

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