Anche Pescara in piazza per il clima con 4mila studenti

28 Settembre 2019

Non solo slogan e striscioni, ma anche proposte concrete A cominciare dalla raccolta differenziata nelle scuole

PESCARA. «Se ci rubano il futuro noi fermiamo la città». Scandiscono all'unisono questa frase circa 4.000 giovani quando, anche da fuori regione, arrivano di fronte al Comune. Pescara è stata una delle 180 città italiane nelle quali, ieri, si è svolto il “Fridays for future”, il terzo sciopero globale in difesa del clima e dell'ambiente. Con partenza dalla Madonnina e arrivo a piazza della Rinascita, il corteo, di studenti e associazioni, si è snodato lungo le vie cittadine tra striscioni e cori per chiedere alle istituzioni una svolta radicale. «Il clima non cambierà se non cambieremo noi», si legge in un cartello. Altri hanno affidato al dialetto il proprio grido: «Vu avet fatt li sfragill e nu mettem le pezze». C’è chi agita in aria una borraccia, invito a ridurre l'utilizzo della plastica. «Siamo qui per assicurarci un futuro» dicono Camilla Pasetti, Beatrice Miozza e Arianna Di Domizio del liceo scientifico Da Vinci. «Il problema del cambiamento climatico è troppo importante ed è necessaria una maggiore sensibilizzazione». «Sono sceso in piazza per averlo un futuro», fa eco Marcantonio De Gaetanis del Gonzaga di Chieti. «Mi aspetto risposte immediate perché il problema è qui e ora e non è più rimandabile. Le istituzioni devono trovare delle soluzioni. Sono lì apposta». Mentre il corteo sfila, un gruppetto del liceo Marconi ha scelto di rimboccarsi le maniche. Con guanti e sacchetti, hanno cominciato a raccogliere i rifiuti dalle aiuole. «Così facciamo realmente qualcosa», dicono Sheila Lopes ed Eleonora Bartolomeo, «qui è sporchissimo, abbiamo trovato carte, sigarette e persino una busta di mozzarelle».
«Se ognuno nel suo piccolo facesse qualcosa», affermano Laura Auciello e Benedetta Mambello del liceo Classico «potrebbe dare un contributo concreto alla difesa del clima, magari utilizzando meno plastica o dando maggiore attenzione alla raccolta differenziata». E proprio su quest’ultima sono molti i ragazzi che hanno posto l’accento. «Tanto per cominciare, si dovrebbe introdurre la differenziata nelle scuole», sottolinea Elisa Amorosi del Da Vinci. È d’accordo anche Jakob Mosquera dell'istituto Di Marzio: «In classe ci proviamo a differenziare», specifica mentre regge un cartellone su cui si legge “È inutile per l'uomo conquistare la luna se perde la terra”. «Il sistema ha abituato tutti a non preoccuparsi», chiarisce lo studente, «e quindi è difficile cambiare la mentalità dei singoli. Ci si può riuscire solo facendosi sentire e coinvolgendo più persone possibili, la massa. Al governo chiediamo meno energie fossili e più rinnovabili, più macchine elettriche e magari incentivi a commercianti e aziende per ridurre il consumo della plastica».
«Ormai da anni», afferma Marco Pomante, dell’associazione Pas dell’università d’Annunzio, «abbiamo chiesto al rettore distributori d’acqua, borracce e di introdurre la raccolta differenziata». «Vogliamo far capire ai grandi della terra», afferma Francesco Cappelletti dell’Istituto Omicomprensivo di Popoli «che bisogna cominciare a trattare la questione del cambiamento climatico come una crisi vera e propria».