«Angelini a Collelongo, foto stiracchiata»

Il pm Di Florio: in un’intercettazione tra Quarta e i periti di Del Turco si dice di falsare lo scatto della presunta tangente

PESCARA. A due mesi dalla sentenza, il processo sanità si accende: botta e risposta tra accusa e difesa, colpi di scena ora sul giubbino di Vincenzo Angelini ora su una foto, tra quelle della sequenza chiave soldi e mele, che per l’accusa sarebbe stata «stiracchiata», allungata ad arte dalla difesa di qualche centimetro. E’ all’ottava ora di udienza che il pm Giampiero Di Florio, che guida l’accusa con il pm Giuseppe Bellelli, ha preso la parola esordendo così: «Signor presidente io non bevo e ogni mattina ho l’abitudine di prendere solo un caffè. Quando durante l’udienza del 13 marzo ho chiesto se la foto era stata “stiracchiata” l’ho fatto perché ci sono delle risultanze processuali: ci sono delle intercettazioni tra Lamberto Quarta e il consulente di Ottaviano Del Turco, Giacomo Gloria, e conversazioni tra Quarta e l’altro consulente Maurizio Arnone, in cui si parla di uno stiracchiamento. Chiedo che le intercettazioni partite dalla procura di Pescara e passate per competenza in un’inchiesta aquilana vengano acquisite». «Credo di poter parlare anche per gli altri difensori e dire che mi oppongo alle prova raccolta in un procedimento diverso e le cui indagini sono ancora in corso», ha detto l’avvocato Ernesto-Torino Rodriguez che al processo sanità difende Gianluca Zelli ma che, alle 17 di ieri, era uno dei pochi avvocati rimasti in aula.

Di Florio: la foto è stata stiracchiata. Lo “stiracchiamento” riporta a un’udienza di marzo quando nell’aula 1 affollata solitamente da molti imputati, da Quarta a Camillo Cesarone, dall’ex manager Luigi Conga all’ex deputato Sabatino Aracu, depose il primo consulente di Del Turco, l’ex responsabile della polizia scientifica di Roma Arnone. Il consulente si soffermò sulle caratteristiche antropometriche della foto in cui un uomo – è Angelini? – entra nella casa di Del Turco a Collelongo nel giorno che l’accusa vuole legato a una presunta tangente di 200 mila euro. «Quella figura appartiene a un uomo alto tra 1.72 e 1.78», disse Arnone; troppo alto, volle dimostrare la difesa, per essere Angelini. Arnone, quel giorno, illustrò il metodo seguito raccontando di essere partito da zero, di aver fatto una foto sul posto e di aver ricreato lui stesso lo scatto per avere una ricostruzione il più possibile fedele. E’ ad Arnone che, quel giorno, il pm domandò: «Qualcuno le ha detto di stiracchiare la foto?», suscitando le ire di Gian Domenico Caiazza, il legale di Del Turco che ieri era assente all’udienza. E domandò ancora, Di Florio: «Quando ha fatto gli accertamenti conosceva l’altezza di Angelini?». «No», rispose il consulente tanto che Angelini, poi, fu invitato ad alzarsi e a dichiarare la sua altezza: «Sono alto 1.69, nella foto sono io. Stavo salendo un gradino e quindi sembro più alto».

Il pm: il perito di Del Turco ha mentito. Secondo Di Florio, ci sarebbe quindi, una telefonata in cui Quarta dice a un altro consulente di Del Turco: «Non si può stiracchiare?». La richiesta di acquisire 10 intercettazioni che appartengono all’inchiesta aquilana Ecosfera in cui Quarta è stato arrestato è stata ancora motivata da Di Florio così: «Queste intercettazioni m’interessano come controprova dell’attendibilità di alcuni testimoni», ha aggiunto riferendosi ancora ad Arnone e a quando l’uomo ha negato di conoscere l’altezza di Angelini. «In un’intercettazione Cesarone dice di essersi procurato le misure dell’altezza di Angelini», ha detto ancora il pm. La procura quindi ha chiesto di acquisire quella decina di intercettazioni e il presidente del collegio Carmelo De Santis deciderà nell’udienza del 20.

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