«Angelini mi minacciò». I pm: è un falso

Del Turco, scontro in aula con un’ex impiegata dell’Asl di Chieti testimone della difesa di Conga. La procura la denuncia

PESCARA. L’ultima testimone del processo sanità si siede al banco per difendere l’ex manager della Asl di Chieti Luigi Conga, legge la formula del giuramento, inizia a raccontare di quando Vincenzo Angelini cercò di «investirla» con l’auto «per non rivelare la confidenza di anni fa» e lascia l’aula con un’accusa in arrivo di falsa testimonianza. Finale a sorpresa al processo sanità che ha portato alla sbarra mezza ex giunta tra cui l’ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco e per cui, alle 13.30 di ieri, il presidente del collegio Carmelo De Santis ha dichiarato conclusa l’istruttoria dibattimentale aprendo la via all’ultimo atto del processo in cui sono imputate 24 persone (2 sono decedute): il 19 luglio sarà sentenza. Del Turco, da tempo, non partecipa più alle udienze ma è all’ex governatore che il suo grande accusatore Angelini ha lanciato, nell’udienza di ieri, un’ennesima frecciata prima di lasciare l’aula: «Del Turco mi ha vessato, depositerò una memoria con tutti gli atti illegittimi commessi da Del Turco».

Accade che alle 9.30 nella maxi-aula 1 venga chiamata a deporre Laura Romano, dipendente della Asl di Chieti con mansioni di infermiera e centralinista andata in pensione nel 2004. La donna, chiamata a testimoniare dall’avvocato Cristiana Valentini, legale dell’ex manager della Asl di Chieti Conga accusato di aver preso quasi 6 milioni di presunte tangenti dall’imprenditore Angelini, prende a raccontare di alcuni incontri con l’ex titolare di Villa Pini. «Ho saputo che Conga era finito in questa vicenda dai giornali», ha iniziato l’ex dipendente. «Dopo il 14 luglio 2008 (il giorno degli arresti, ndr), sono andata in ospedale a Chieti e ho incontrato Angelini a cui dissi: “Lei ha sempre appoggiato il signor Conga e adesso leggo il suo nome in questa vicenda” e l’imprenditore mi rispose che Conga non c’entrava nulla e che l’aveva tirato in ballo per salvaguardare la sua famiglia dal carcere». Trascorrono anni e la donna incontra ancora, tra la fine di giugno e i primi di luglio del 2011, l’imprenditore Angelini aggiungendo un altro episodio. «Uscivo dal centro Megalò», ha ripreso a spiegare l’ex dipendente, «e lo ricordo bene perché era la prima volta che uscivo di casa dopo la morte di mio figlio. A un tratto ho visto una macchina venirmi addosso, mi sono tirata indietro, sono scivolata e sono caduta. Da quell’auto è sceso Angelini che mi chiese scusa e mi disse come mai ero stata inserita nella lista testimoniale di Conga perché se il motivo era quella confidenza fatta anni prima mi disse o di farmi i fatti miei o che non avrei vissuto abbastanza. Tornata a casa, lo raccontai a Conga e mi disse di stare tranquilla». La minaccia di morte ha fatto sobbalzare il pm Giuseppe Bellelli – che guida l’accusa insieme a Giampiero Di Florio – che ha preso la parola chiedendo di trasmettere gli atti alla procura per falsa testimonianza e provocando, poi, lo sdegno dell’avvocato Valentini. Per i pm quella testimonianza sarebbe stata elaborata ad arte anche perché nella lista testimoniale di Conga l’ex impiegata era stata citata per riferire sul ruolo di manager di Conga nella Asl di Chieti. L’udienza di ieri si è conclusa con il presidente che ha rigettato le ultime istanze presentate dagli avvocati tra cui il confronto tra Conga e Angelini richiesto con insistenza dall’ex manager della Asl di Chieti. «I due», ha detto il presidente, «hanno chiare posizioni contrastanti: il confronto è superfluo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA