Angelini: scusate, non è quello il giubbino

L’accusatore fa dietrofront: ne ho 15 di quei capi. Il tribunale non accoglie le intercettazioni tra Quarta e i periti di Del Turco

PESCARA. «Ho sbagliato su quel giaccone della foto perché ho molti capi di abbigliamento e, di quello in particolare di colore blu, con le cuciture orizzontali, ne avevo una quindicina: mi piaceva. La mia buona fede è candida e lo dimostra il fatto che ho lasciato nel giaccone l’unico elemento per risalire alla data: il codice a barre». Allontana anche l’immagine del «raffinato bancarottiere», Vincenzo Maria Angelini, il grande accusatore dell’ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco che ieri, durante l’udienza del processo sanità, ha chiesto al presidente del collegio Carmelo De Santis di parlare per un paio di minuti di quel «giubbino» che l’imprenditore, come ha detto, indossava nella foto della presunta tangente del 2 novembre 2007.

«Ho sbagliato, la mia buona fede è candida». Se nell’aula 1 si parla anche di una giacca di Angelini è perché è stato proprio l’ex titolare di Villa Pini a depositare quel giaccone durante un’udienza per dare forza alla sua credibilità: «Quello della foto a Collelongo sono io, indossavo un giubbino blu che chiedo di acquisire», disse Angelini durante l’udienza dedicata alla consulenza sulla sequenza fotografica soldi e mele e su chi fosse a varcare la soglia di casa Del Turco in quel giorno che l’accusa vuole del 2 novembre 2007. Il tribunale acquisì la giacca eppure quel capo, in seguito, si è trasformato in un volano per la difesa. L’avvocato Marco Femminella, legale dell’ex consigliere regionale imputato Camillo Cesarone, ha chiamato la ditta che l’ha realizzato, Ballantyne, ricevendo la risposta sulla datazione: «Il giubbino è del 2011», ha fatto sapere la ditta, di 4 anni posteriore quindi rispetto a quello che avrebbe dichiarato Angelini. Così, ieri, l’ex patron di Villa Pini è tornato in aula per ricordare la sua abitudine ad accumulare vestiti. «Quel giubbino mi piaceva e ne avevo 15. Mi sono sbagliato ma la mia buona fede è candida altrimenti avrei tolto il cartellino con il codice a barre per risalire alla data».

«Sono un delinquente? No sprovveduto». Ma Angelini è andato oltre e si è domandato: «Se sono un raffinato bancarottiere come mi dipinge la difesa di Del Turco dicendo che ho rubato soldi dalla mia azienda per accollarli a lui allora mi sarei mosso diversamente, avrei comprato una macchinetta fotografica nuova... O sono un delinquente o uno sprovveduto», ha concluso, «e che appartenga alla seconda definizione lo dice il mio comportamento: se quel giubbino è del 2011 allora dico che mi sono sbagliato perché ne possiedo almeno una dozzina. Non li ho più perché i miei vestiti sono stati messi all’asta».

No alle intercettazioni sulla foto «stiracchiata». Durante l’udienza il tribunale ha rigettato la richiesta dei pm di acquisire le intercettazioni tra l’imputato Lamberto Quarta e i consulenti di Del Turco in cui, aveva illustrato l’accusa, si parlava di «stiracchiare la foto» della presunta tangente. Su quella richiesta è intervenuto l’avvocato Giuliano Milia – legale di Quarta e di Del Turco insieme a Gian Domenico Caiazza – chiedendo «parità di trattamento tra accusa e difesa» e proseguendo: «Se le intercettazioni dell’accusa vengono accolte allora chiedo che si faccia lo stesso per quelle della difesa». Ma il tribunale ha rigettato la richiesta dei pm perché quelle conversazioni – così come quelle presentate all’epoca dalla difesa – appartengono al procedimento della procura dell’Aquila detto Ecosfera.

«Non conosciamo Mazzocca». Ieri, è stato il turno anche dei testimoni dell’ex assessore regionale Bernardo Mazzocca e del suo ex responsabile di segreteria Angelo Bucciarelli. I due sono accusati anche di concussione perché, per l’accusa, «avrebbero costretto Angelini ad assumere» una decina di persone. Al banco dei testimoni, interrogate dall’avvocato Ugo Di Silvestre, sono arrivate tre ex dipendenti di Villa Pini che hanno lavorato in maniera non continuativa dal 2005 al 2007 con la qualifica di ausiliare socio sanitarie. «Non conosco Mazzocca e Bucciarelli, non so neanche chi siano», hanno detto.

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