l'assemblea

Applausi per Capasso Solidarietà a De Carolis

Ora i lavoratori della D’Annunzio chiedono di annullare la punizione al senatore «Noi siamo tutti Goffredo», lo slogan. Pronti a scioperare per il collega

CHIETI. L’applauso più lungo è stato per il professor Luigi Capasso, gli abbracci e gli attestati di solidarietà erano invece per Goffredo De Carolis, il sindacalista e senatore accademico sospeso per tre mesi dal lavoro. È stato Capasso, con il suo esposto in procura, a trasformare, a sorpresa, l’assemblea generale dei lavoratori a sostegno diDe Carolis da un momento di pura lotta a uno di speranza. Il documento finale, infatti, si chiude con la richiesta al nuovo vertice universitario di «ritiro immediato del provvedimento si sospensione dal servizio nei confronti del collegaDe Carolis». Se però il provvedimento non verrà ritirato, l’assemblea ha deciso lo sciopero generale.

“SIAMO TUTTI GOFFREDO”. I due protagonisti, De Carolis e Capasso, si sono sistemati in maniera speculare nell’affollata aula magna di Lettere. Capasso era seduto in prima fila, De Carolis era appoggiato al muro vicino all’uscita. Si doveva parlare del suo caso e lui non voleva essere una presenza ingombrante. Solo alla fine è salito sul palco. Oltre 200 persone sono arrivate per dargli solidarietà, non solo tecnici e amministrativi ma anche docenti. C’erano, fra gli altri, i professori Stefano Trinchese, Massimo Di Giannantonio, Eide Spedicato e il prof in pensione Ezio Sciarra. Sul palco è comparso il mega striscione “Siamo tutti Goffredo” e i dipendenti avevano tutti il disegno stilizzato con la sua faccia che il professor Paolo Fusero aveva utilizzato per fare il flash mob in suo sostegno.

L’AVVOCATO DELL’IMA. Ad aprire l’assemblea è stato il coordinatore della rsu Luigi Fusella che ha passato subito la parola a Leo Brocchi, l’avvocato non solo di De Carolis ma anche dei 168 dipendenti dell’ateneo che hanno fatto ricorso al giudice del lavoro per poter riavere indietro l’Ima, tagliata dal direttore generale Filippo Del Vecchio ad agosto del 2014. Da allora sino ad oggi, il monte complessivo di Ima non somministrata ai 168 ammonta a circa 1 milione e 600 mila euro. Brocchi ha ripercorso l’attacco di De Carolis in Senato, fatto secondo lui, in maniera «fin troppo educata» e con termini già utilizzati dallo stesso Del Vecchio: «Il dg aveva parlato di Ima non dovuta, “indebita”, e De Carolis ha usato lo stesso termine “indebito” riguardo allo stipendio di Del Vecchio. Facendolo, tra l’altro, in forma dubitativa e chiedendo chiarimenti. Per Del Vecchio, però, procedimenti disciplinari non ce ne sono stati».

SUBITO IL COMMISSARIO. Tutti i sindacalisti presenti hanno sollevato in assemblea dubbi sulla nomina dei nuovi vertici universitari, da Michele Vacca, decano dei professori nominato prorettore ad Antonio D’Antonio (indagato in un’altra inchiesta che riguarda la D’Annunzio) nominato vice direttore generale. Per Moreno Verdi, della segreteria nazionale Flc Cgil, «il tempo è galantuomo». «Sono partito da casa», ha spiegato, «pensando alla sospensione di tre mesi per De Carolis e sono arrivato all’università con la notizia che chi ha sospeso De Carolis è stato interdetto per sei mesi». Verdi infine ha rivolto un appello al ministero: «Subito un commissario». La stessa sollecitazione è arrivata anche da Francesco De Simone (Cisl), Attilio Bombardiere (Uil), Giuseppe Polinari (segretario generale Csa Cisal).

I DIPENDENTI DEL MUSEO LICENZIATI. Quando ha preso la parola Capasso, il professore non ha mai trasceso, nonostante il clima, l’ex direttore del Museo universitario ha ricordato che oltre alla sospensione di De Carolis c’è anche la sorte di quattro dipendenti della cooperativa Leonardo che lavoravano per il Museo licenziate. E ha chiesto, dunque, non solo la revoca della sospensione per De Carolis ma anche il reintegro delle lavoratrici.

ARIA DI FESTA. «C’è un’aria diversa in ateneo». Ha iniziato così il suo intervento a nome dei Cel (i collaboratori linguistici) la rappresentante della rsu Sophie Lheureux, che ha ricordato la battaglia sostenuta dalla categoria dei Cel. Ha preso la parola anche la segretaria amministrativa di Architettura, Tullia Rinaldi.

IL RUOLO DEI DOCENTI. L’assemblea ha bacchettato più di una volta anche i docenti. «Non tutti», ha precisato Antonio Pellegrini del Csa Cisal, «ma molti girato la testa». Tra chi non ha girato la testa, e ha voluto testimoniarlo in assemblea, c’era anche il professor Andrea Ziruolo. Mentre la direttrice di Economia aziendale Augusta Consorti, al momento fuori Italia, aveva mandato il docente Mario Eboli a rappresentarla. (a.i.)