Aree di crisi, Pescara esclusa dagli aiuti

Becci: una sconfitta per tutto il territorio. Marramiero: situazione drammatica

PESCARA. Non c'è. La provincia di Pescara è l'unica provincia abruzzese esclusa dalle aree di crisi elencate nel dossier del Patto per lo sviluppo dell'Abruzzo che oggi il presidente della Regione Chiodi presenterà a Palazzo Chigi per chiedere al governo interventi di sostegno al lavoro. Una dimenticanza «con riserva» di ripescaggio per la Val Pescara, una esclusione definitiva per l'area vestina.

Quanto basta per scatenare le reazioni dei segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil che annunciano una mobilitazione per la «vertenza Pescara» ai primi di ottobre; dell'opposizione, che dell'esclusione chiede conto direttamente al presidente della Provincia Testa; e infine degli addetti ai lavori, vale a dire Confindustria e Camera di Commercio, che parlano di «situazione grave» e se la prendono con gli amministratori.

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CAMERA COMMERCIO.
«Piove sul bagnato», commenta subito Daniele Becci, presidente della Camera di Commercio di Pescara che senza giri di parole dice: «È una sconfitta per Pescara e per tutto il suo territorio».

«E non è una notizia confortante soprattutto in un momento come questo in cui la nostra area ha tutta una serie di problematiche, a cominciare dal porto e da macro-settori come l'edilizia, il commercio e il terziario, con la perdita di numerosi posti di lavoro. Si parla tanto di area metropolitana, ma questa esclusione rappresenta un segnale estremamente negativo per l'economia di tutto il territorio. Non bisogna farne una guerra tra poveri», precisa Becci riferendosi alla Valle Peligna, alla Val Sinello e alla Val Vibrata comprese nell'elenco delle aree di crisi, «ci fa piacere per chi ha avuto o avrà risorse in più. Ma gli stessi strumenti devono essere utilizzati anche per la Val Pescara. In questo senso esorto chi ci rappresenta nelle sedi adeguate a portare avanti le richieste del territorio pescarese che, come gli altri, sta soffrendo un momento di crisi totale». Cita la sparizione di aziende importanti, il presidente Becci, con la chiusura in Val Pescara di poli importanti come quello chimico. Ma racconta anche di un'edilizia che «a livello occupazionale da quando è esplosa la crisi ha registrato una perdita del 40 per cento», con un commercio ormai in ginocchio anche nello stesso capoluogo, «città commerciale per eccellenza ma con un numero impressionante di attività che chiudono e di negozi sfitti. Segnali», conclude Becci, «che denotano una situazione di una gravità abnorme».

CONFINDUSTRIA.
«Noi continueremo a dire al governo regionale di mettere l'area di Bussi nel novero delle aree in crisi», esordisce il presidente provinciale di Confindustria Enrico Marramiero, «perchè siamo di fronte a una situazione drammatica che sta perdurando nell'area più inquinata d'Europa. È una situazione che si deve sbloccare prima di tutto cercando di reperire fondi per la bonifica dell'area e poi per incentivare gli insediamenti, considerando che già qualcuno, come la Toto a Bussi, ha manifestato interessi a cui però non sono seguiti contatti. Come Confindustria non possiamo far altro che promuovere gli insediamenti, ma la prima cosa da tutelare è il territorio stesso. Non dimentichiamo che fino a 4 anni fa tutta l'economia della Val Pescara si basava su poli industriali importanti, come al Montedison, che sono spariti. Una situazione drammatica che va assolutamente riportata in primo piano».

LA POLEMICA.
Se la prende con il presidente della Provincia Testa e con gli altri amministratori il segretario provinciale del Pd Antonio Castricone: «Il Pescarese è stato dimenticato», accusa, «e l'amministrazione provinciale giudata da Testa non ha sollecitato la giunta Chiodi e neppure gli assessori e consiglieri regionali di maggioranza eletti in provincia di Pescara, per inserire vertenze fondamentali del nostro territorio come quelle della Val Pescara e del tessile nell'area vestina».

L'ASSESSORE.
Si difende dicendo di aver inviato due lettere al vice presidente della Regione Alfredo Castiglione al fine di ottenere per la Val Pescara lo status di «area di crisi» in vista dell'incontro a Palazzo Chigi: l'assessore provinciale Angelo D'Ottavio in una nota scrive di aver chiesto a Castiglione di «destinare alla Val Pescara una misura o scheda dedicata ai programmi Fas o di altro programma regionale nazionale».

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