Arta, la procura di Pescara indaga su altri due esposti

Spuntano due politici nelle segnalazioni anonime su favori ai dipendenti e raccomandazioni e presunte pressioni per la cognata di Fernandez. Rivelazioni sulle spese legali dell'Arta

PESCARA. Diventano 4 gli esposti contro Antonio Fernandez, il direttore dell'area amministrativa dell'Arta di Pescara, 56 anni, finito lunedì scorso agli arresti domiciliari nella sua casa di via Cavour a Teramo. L'inchiesta della squadra mobile, che conta 5 indagati, è partita da due denunce anonime del 13 e 18 novembre 2010 che, come veggenti, hanno rivelato in anticipo i vincitori di 6 concorsi dell'Arta. A questi documenti, ora, si aggiungono altri due plichi che raccontano di «diffuso clima di malaffare e corruttele che deprime la società onesta»: uno risale a due anni fa ma torna d'attualità con l'indagine in corso e la polizia lo avrebbe aquisito già; un altro è stato presentato tra febbraio e marzo scorsi a finanza e procura e fa anche i nomi e i cognomi di due politici che avrebbero raccomandato e fatto assumere dipendenti all'Arta. Dei due politici, uno avrebbe firmato «falsi certificati» per arricchire il curriculum di una impiegata e farle ottenere un trasferimento, l'altro si sarebbe speso come «sponsor» di un geometra. Polizia e procura hanno altro materiale su cui indagare.

DI NISIO.
L'esposto del 2010 è lungo 6 fogli e, forse, è stato scritto da un dipendente dell'Arta. La denuncia senza firma è stata portata in procura dal consigliere Idv Fausto Di Nisio che l'ha ricevuta per posta con una lettera di 24 righe. Una nota che rivela casi di «assunzioni clientelari e con false attestazioni di invalidità»: «Le chiedo scusa se non provvedo io a portare gli atti in procura», così dice la lettera, «ma non posso espormi direttamente avendo timore di rappresaglie per me e per la mia famiglia lavorando anch'io all'Arta».

COGNATA.
Nell'esposto, si parla di presunti favori alla cognata di Fernandez, Carla La Menza, precaria dell'Arta non indagata ma citata nelle pagine dell'inchiesta: a Fernandez e all'avvocato di Chieti Pierluigi Tenaglia, 47 anni, è contestata la corruzione per un presunto accordo nella gara d'appalto (120 mila euro in tre anni) per i servizi legali dell'Arta con la contropartita dell'assunzione di La Menza nello studio Tenaglia.

«SPRECO LEGALE».
Tenaglia è uno dei personaggi chiave dell'indagine: secondo la ricostruzione della Mobile, guidata da Pierfrancesco Muriana, tra il primo novembre 2011 e il 29 febbraio 2012, ha ottenuto 15 incarichi da quasi 25 mila euro, il doppio rispetto ad altri 7 legali iscritti a un albo interno dell'Arta.
Nell'esposto girato da Di Nisio in procura, non si parla di Tenaglia ma di «spreco» per le spese legali dell'Arta che, in organico, «vanta 8 giuristi»: in base alla denuncia, di questi 8, due sarebbero stati assunti soltanto per evitare ricorsi «procurando spreco di risorse a scapito dei tecnici».

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