Arta, sospeso il direttore arrestato

Amicone blocca lo stipendio a Fernandez, resta l'assegno alimentare

PESCARA. Sospeso. Antonio Fernandez, il direttore amministrativo dell'Arta agli arresti domiciliari dallo scorso 23 aprile, è stato sospeso dall'incarico. Il suo stipendio è stato bloccato: Fernandez ha diritto soltanto all'«indennità alimentare, pari al 50 per cento della retribuzione». È quanto emerge dalla delibera 78 approvata dal direttore generale dell'Arta Mario Amicone il 30 aprile scorso. Una delibera, atto pubblico di un ente regionale, che contiene due omissis in 5 pagine.

L'inchiesta della squadra mobile su presunti concorsi truccati e favori negli appalti pubblici dell'Arta conta 5 indagati: oltre a Fernandez, 56 anni, residente a Teramo, sotto inchiesta ci sono la direttrice del dipartimento provinciale dell'Arta, Angela Del Vecchio, 64 anni, il presidente della commissione d'esame Nicola Colonna, 46 anni di Pisa, un precario storico dell'ente, Pietro Pellegrini, 55 anni, e l'avvocato di Chieti, Pierluigi Tenaglia, 47 anni.

Il primo omissis sulla delibera di Amicone arriva dopo appena 4 righe e riguarda l'arresto di Fernandez con le accuse di abuso, falso, tentata concussione, rivelazione di segreto d'ufficio e corruzione comunicato all'Arta dal gip Gianluca Sarandrea: «Vista la nota in data 27 aprile 2012 acquisita da questa agenzia con protocollo 5570 del 30 aprile 2012 con cui l'ufficio del gip del tribunale di Pescara comunica... omissis».

Il secondo segreto di Amicone copre, forse, la parola "detenzione": «Sospendere dal servizio il dottor Fernandez con sospensione dell'incarico dirigenziale affidato e conseguente privazione della retribuzione, a partire dal 24 aprile 2012 e per tutta la durata... omissis». Sospeso lo stipendio a Fernandez, dice la delibera. Ma non è proprio così: il documento gli assegna «l'indennità alimentare, pari al 50 per cento della retribuzione» oltre alla «retribuzione individuale di anzianità, ove acquisita, e gli assegni per il nucleo familiare, ove spettanti».

L'indagine sull'Arta è partita da due denunce anonime del 13 e 18 novembre 2010 che, come veggenti, hanno rivelato in anticipo i vincitori di 6 concorsi. In mano agli investigatori della Mobile, dopo l'arresto di Fernandez, sono arrivati anche altri due esposti, sempre anonimi. Fernandez, nell'interrogatorio di garanzia del 26 aprile scorso durato due ore, ha rigettato le accuse: «Concorsi puliti» e «nessun patto con Tenaglia», ha detto. Entro la fine della prossima settimana, il legale di Fernandez, Domenico Di Sabatino, presenterà una memoria difensiva al procuratore aggiunto Cristina Tedeschini e al pm Gennaro Varone per contestare le accuse punto su punto. Di Sabatino chiederà anche, al gip, la revoca della misura cautelare.

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