Asl Pescara, D'Alfonso assicura: "Taglieremo le liste d’attesa"

Il governatore D’Alfonso visita l’ospedale e annuncia i primi interventi: "Allungherò gli orari per risonanze e tac, subito un faccia a faccia con i dirigenti Asl"

PESCARA. Un anno d’attesa per una risonanza magnetica: «Dobbiamo allungare i tempi di lavoro del personale e di utilizzo dei macchinari». I malati di tumore costretti a stare in corridoio aspettando la cura giornaliera: «Sembrano i tempi della quarantena degli emigrati in America». Un appalto da 36 milioni di euro che si trascina da 10 anni: «Desumo che ci sia un’anomalia, ho ordinato una verifica». E su D’Amario: «Qui resta solo chi lavora bene». Ieri, il presidente Pd della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso ha visitato il reparto di Ematologia. Al Centro D’Alfonso ha annunciato il suo piano per la sanità pescarese, compresa la promessa (impegnativa) sulle liste d’attesa.

Da 4 anni i dirigenti della Regione segnalano «criticità» nelle liste d’attesa. Ma durante questi stessi 4 anni, l’attesa è cresciuta sempre di più. Se nel 2012 si aspettavano solo 51 giorni per una risonanza magnetica, adesso, fino a un anno. Presidente, cosa farà?

«Ci incontreremo con la comunità che lavora all’ospedale e con l’utenza per realizzare un libro bianco degli interventi più urgenti. Poi, ci confronteremo con il management della sanità pescarese: incontreremo l’attuale direttore generale e gli altri responsabili per cercare di fare il punto delle occorrenze emergenziali. È una questione che ci provoca dolore che dal momento della richiesta di una visita specialistica fino alla prestazione intercorrono mesi, ripetuti e plurali. Dobbiamo intervenire estendendo il tempo di lavoro del personale e allungando i tempi di utilizzo dei macchinari, anche rivedendo il meccanismo di responsabilizzazione grazie al quale si ordinano una visita specialistica o un accertamento di particolare diagnostica. C’è da fare quel lavoro che si chiama organizzazione e programmazione. Abbiamo un passaggio importante, a settembre, che è il Dpfr, poi, a dicembre, il nuovo bilancio e la legge Finanziaria: in questi spazi vogliamo calare le richieste elaborate degli attuali vertici delle Asl in modo da abbattere, nei tempi necessari, le liste d’attesa e ridisegnare gli spazi di lavoro del personale. Abbiamo un dovere di cura e di premura nei confronti della dignità delle persone».

Il primario di Ematologia, Paolo Di Bartolomeo, ha denunciato la mancanza di infermieri e di spazio per un reparto che fa mobilità attiva. Asseconderà le richieste?

«L’Ematologia è un’eccellenza perché è un reparto molto cercato dagli abruzzesi e non solo da loro. Il personale mi ha rappresentato un’esigenza di potenziamento delle risorse umane e di adeguamento degli spazi. Siccome siamo nella giusta fase della programmazione, rileveremo queste segnalazioni, sia di riassegnazione delle risorse umane, di tecnologie e di spazi, puntando a un’organizzazione perfetta. La nuova assegnazione di risorse umane è possibile e legittima. Quello che è certo è che questa è una qualità che ci fa essere un riferimento anche su scala nazionale. Poi, visitando il reparto, ho ritoccato con mano un mondo che ho conosciuto per motivi familiari e mi rendo conto che, quando c’è tutta questa richiesta, l’offerta deve essere modulata sul piano della capacità d’impiego. Anche passando tra i malati, gli stessi pazienti mi hanno segnalato come gli spazi non siano assolutamente all’altezza: a volte si ha la sensazione che il reparto assomigli a Ellis Island ai tempi della quarantena degli emigrati, quando invece siamo davanti al day hospital per la chemioterapia».

Presidente, lei ha ricevuto una segnalazione riguardo un appalto da 36 milioni di euro per la manutenzione edile ed energia degli ospedali che si trascina da 10 anni. Tra ricorsi, la Asl ha affidato in via definitiva l’appalto alle ditte vincitrici ma la proroga prosegue con una spesa di 5 mila euro al giorno in più a carico della Asl, secondo la segnalazione. È normale?

«Dalla lettura di quella nota ho desunto che si tratta di un’anomalia ma siccome ho una responsabilità tipica di presidente della giunta regionale, prima di qualificare un’anomalia, devo verificare. Per questo, ho chiesto un controllo per capire quali sono gli elementi in campo. Di certo c’è che, nell’acquisizione di beni e servizi, dobbiamo organizzare un ingigantimento di rigore e di procedure di qualità. Ho la sensazione che ci sia un dominio delle società di global service che si sa esattamente quanto guadagnano mentre invece noi dobbiamo elevare quanto realizzano e valutare che cosa fanno sul piano della qualità perché, a volte, ho la percezione, e mi è stato anche riferito, di un non allineamento tra la spesa e la qualità dei servizi offerti».

Il primario del Centro di salute mentale, Sabatino Trotta, ha passato un giorno e una notte tra i poveri per cercare le radici del disagio sociale e ha chiesto alla politica di investire sul sociale. Ha fatto bene?

«Noi siamo d’accordo che il sociale è un’infrastruttura che ci consente la buona vita in Abruzzo. Dobbiamo operare in questa direzione ma dobbiamo evitare il commissariamento e riprendere autonomia perché, solo con l’autonomia, possiamo dislocare anche risorse al sociale».

Il contratto del direttore generale Claudio D’Amario, nominato nel 2009 dall’allora presidente Gianni Chiodi, scadrà nel 2017. Lei continuerà a puntare su D’Amario per altri due anni e mezzo?

«Davanti a questa domanda, rinvio per la risposta a quello che sarà il nostro dialogo competitivo con gli attuali direttori generali. Qui rimane solo chi fa bene il suo lavoro».

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