Asl, slitta il taglio degli stipendi ai primari

Documento di D'Amario rimanda al 2012 la riduzione dei 15 dipartimenti dell'ospedale

PESCARA. Slitta il taglio dei 15 dipartimenti dell'ospedale di Pescara e salta, per ora, la riduzione degli stipendi dei direttori (11 sono primari di spicco). La «razionalizzazione» annunciata per il primo settembre scorso è rimandata al 2012: «La cessazione delle attività» sarà «graduale».

Con una lettera del 26 agosto scorso, il direttore generale della Asl Claudio D'Amario sposta al 2012 lo scioglimento dei 15 dipartimenti, strutture con il compito di coordinare l'attività dei reparti. E cambia anche la scadenza per il taglio dei stipendi ai direttori: «Con decorrenza primo gennaio 2012», dice D'Amario, «cesseranno le corresponsioni economiche legate alla funzione di direttore di dipartimento o sostituzione di direttore». Per i primari, guidare un dipartimento si traduce in un guadagno che può arrivare a mille euro al mese in più.

I dipartimenti interessati dalla proroga sono: Medicina specialistica, Medicina trasfusionale, Chirurgia specialistica, Anestesia-rianimazione ed Emergenze intraospedaliere, Chirurgia generale, Emergenza ed accettazione, Oncologico, Medicina generale, Ematologico, Patologia clinica, Diagnostica per immagini, Affari del personale e legali, Economico-finanziario, Tecnico economale, Attività amministrative strutture sanitarie e territoriali.

Così D'Amario fa marcia indietro rispetto all'impegno preso il 13 maggio, con una nota protocollata con il numero seriale 0008735I11. Al centro della circolare di D'Amario di quattro mesi fa, c'è la necessità di tagliare le spese, cioè «rimodulazione e razionalizzazione» dei dipartimenti richieste dal presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi con una direttiva del 14 aprile scorso.

Secondo il documento di Chiodi, sono troppi 15 dipartimenti: si «deve pervenire al mantenimento di 10 strutture», scrive D'Amario nella sua lettera ai 15 direttori. Si tratta di 11 tra i primari più noti dell'ospedale: Antonio Iacone, Marco Lombardo, Giuseppe Fioritoni, Giuseppe Colecchia, Achille Lococo, Alberto Albani, Valerio De Francesco, Tullio Spina, Luigi Di Matteo (dirige due dipartimenti) ed Evandro Ricci. Gli altri quattro dipartimenti sono tecnico-amministrativi e guidati da esponenti apicali della Asl.

Ma nel calcolo complessivo delle caselle da coprire, la Regione avverte che «restano comunque vigenti i dipartimenti Materno-infantile, di Salute mentale e di Prevenzione». Di conseguenza, c'è spazio soltanto per altri sette dipartimenti: meno della metà di quelli di oggi. Quanto basta per mettere tutti contro tutti e lasciare una scia di delusi. Così, è in questo clima che il taglio annunciato non va in porto: «Si ritiene opportuno disporre la ulteriore temporanea vigenza di alcune delle strutture dipartimentali onde pervenire a una graduale e funzionale cessazione delle attività», precisa l'atto di D'Amario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA