Attiva è pronta a bloccare le assunzioni dei 3 precari

Il direttore dell’azienda municipalizzata Del Bianco commenta le sentenze che impongono il reintegro degli ex lavoratori: ricorreremo subito in appello

PESCARA. «La prossima settimana presenteremo i ricorsi in appello contro le sentenze che ci impongono le assunzioni di tre ex lavoratori». Il direttore di Attiva Massimo Del Bianco non si arrende. Lunedì scorso, sono arrivate le sentenze del giudice del lavoro Massimo De Cesare che impongono all’azienda comunale dei rifiuti di inserire in organico tre ex precari (Mirko Costantini, Silvano Farricelli, Simone Cipriani) patrocinati in giudizio dall’avvocato Carlo Alfani, mandati via due anni fa, dopo un lungo periodo in azienda, alla scadenza dei loro contratti a tempo determinato più volte prorogati. E ieri, il manager ha annunciato che i legali di Attiva impugneranno subito quelle sentenze. «Ci tengo a precisare», dice Del Bianco, «che sono in tutto cinque le sentenze emesse, di cui tre a favore degli ex lavoratori e due a favore dell’azienda».

Direttore, la battaglia legale è destinata a continuare.

«Sì, faremo opposizione in Corte d’Appello perché riteniamo che non siano possibili le assunzioni dirette. Del resto, c’è già un precedente».

Ce lo ricorda?

«Si tratta di un ex lavoratore di Attiva, Camillo D’Addario, che aveva vinto la causa davanti al giudice del lavoro e l’azienda era stata costretta ad assumerlo nel gennaio 2016. Ma, nello stesso tempo, avevamo impugnato la sentenza e la Corte d’Appello ha poi accolto il nostro ricorso e così dopo circa sette mesi, nel luglio dell’anno scorso, quel lavoratore è stato licenziato».

Ma perché ce l’avete tanto con gli ex precari?

«Non ce l’abbiamo con nessuno, ma c’è una legge che deve essere rispettata e di cui noi dobbiamo tenere conto».

Di quale legge si tratta?

«Si tratta di una norma del decreto del ministro Madia, ma ci sono altre leggi del 2008 sulle assunzioni di personale nelle società pubbliche che vietano la conversione dei contratti di somministrazione lavoro in contratti a tempo indeterminato».

Avete considerato il fatto che le tre sentenze sono immediatamente esecutive?

«Certo, noi possiamo fare due scelte al riguardo. Impugnare in appello e richiedere la sospensione degli effetti delle tre sentenze. O, in alternativa, procedere all’assunzione dei tre ex lavoratori, in attesa della Corte d’Appello. Poi, se la sentenza sarà a nostro favore, provvederemo a licenziarli come abbiamo fatto, del resto, con D’Addario. Nel primo caso, comunque, ci esporremmo al rischio di dover pagare agli ex lavoratori le indennità arretrate non versate».

Se l’azienda dovesse scegliere la strada delle assunzioni, cosa accadrà ai 42 lavoratori appena assunti a tempo indeterminato con concorsi?

«Assolutamente nulla. I lavoratori assunti tramite graduatorie stilate con i concorsi dell’autunno scorso non perderanno il posto. Abbiamo previsto, entro aprile, l’avvio di sei assunzioni con contratti a tempo per il periodo estivo. Nel caso in cui decidessimo di assumere i tre precari, la quota dei contratti a tempo verrà ridotta».

Secondo quanto hanno riferito i legali, sarebbero addirittura 22 le cause ancora in corso di ex lavoratori che reclamano la stabilizzazione.

«Per la verità, siamo partiti da 70 vertenze, di cui 40 già risolte con accordi extragiudiziali. Delle 22 cause di cui lei parla, 5 sono andate a sentenza e solo 3 sono a sfavore dell’azienda. Il giudice ha rigettato 2 ricorsi presentati dagli ex lavoratori Gian Luca Clivio e Paolo D’Onofrio».

Il giudice che ha emesso le tre sentenze è lo stesso che aveva accolto il ricorso di D’Addario.

«Preferisco evitare commenti al riguardo».

Ma lei pensa che vincerete il ricorso in appello?

«Sono convinto di sì. La convinzione si basa sulla sentenza della Corte d’Appello che ci ha dato ragione nel luglio 2016».

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