Aumentano i divorzi e calano i matrimoni soprattutto religiosi

Lo scorso anno 341 le unioni scoppiate, 25 più del 2010 Salgono i riti civili, crollano invece le nozze in chiesa

PESCARA. Aumenta il numero di divorzi e scende quello dei matrimoni, soprattutto di quelli concordatari, ossia quelli celebrati con rito religioso in chiesa. La forbice tra coppie che si sposano e coppie che si lasciano è sempre più stretta. La differenza tra matrimoni e divorzi infatti, a fine 2011 è stata minima, con quattrocento sposalizi celebrati e ben 341 divorzi stabiliti dal tribunale. In pratica a Pescara a ogni matrimonio corrisponde quasi un divorzio. Basti pensare che nel 2008 le coppie che convolarono a nozze furono 461 e quelle che decisero di porre fine definitivamente alla loro relazione 303, con uno scarto numerico di ben 158 unità. Analizzando il dato relativo ai matrimoni è interessante sottolineare come, a fronte di una leggere crescita delle unioni civili (si è passati da 166 del 2008 a 174 del 2011), c'è un evidente calo delle nozze con rito religioso (da 295 quattro anni fa a 226 a fine 2011). Il dato parziale dell'anno in corso, relativo ai primi tre mesi, parla addirittura di un sorpasso dei riti civili rispetto a quelli religiosi: trentatré contro ventuno. Segno evidente di come si creda sempre meno alla promessa fatta di fronte a Dio di amore eterno, ma si privilegi il lato puramente legale e civilistico dell'unione.

Spesso la scelta di interrompere un'unione come il matrimonio è legata anche a problemi economici che fanno perdere quelle certezze e quella solidità a rapporti che sembravano molto forti. A testimonianza di questo assunto c'è il dato relativo al 2009, anno in cui fino ad adesso, la crisi ha colpito maggiormente la stabilità delle famiglie, quando furono 414 le coppie che scoppiarono.

Le cause che inducono due persone, prima alla separazione e poi al divorzio definitivo, sono molteplici, anche se ultimamente sono in aumento i motivi futili, come conferma l'avvocato divorzista Maria Grazia D'Angelo. «Oramai la prima causa», spiega il legale, «almeno nei casi da me seguiti, riguarda l'incompatibilità di carattere, ma per aspetti che dovrebbero ricoprire poca importanza, tipo a lei piace il mare e a lui la montagna. Questi problemi emergono maggiormente quando scarseggiano i soldi e ci sono indisponibilità economiche. Spesso il denaro maschera le problematiche».

La via per arrivare al divorzio è duplice: da un lato può esserci quello consensuale e dall'altro quello giudiziale, che può avere costi non indifferenti, si va da circa mille euro a decine di migliaia di euro. Proprio la spesa però, spesso fa fare un passo indietro.

Quasi sempre a fare il primo passo verso la separazione e poi il divorzio è la donna, come racconta la D'Angelo: «Solitamente c'è molta discussione prima, poi c'è sempre uno che tira per restare insieme e solitamente non è la donna. Gli uomini sono più tradizionalisti e responsabili, si fanno più scrupoli di coscienza, soprattutto in presenza di figli, quando le procedure di divorzio quasi mai sono tranquille, a causa dell'affido. La media delle coppie che divorziano è sui 40-45 anni, quando i figli iniziano a essere più grandi, perchè si pensa erroneamente», conclude il legale, «che i figli possano capire di più».

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