Auto e case, confische ai rom per 3 milioni

Umberto Spinelli evade i domiciliari per andare in questura a riprendersi la Mercedes 250

PESCARA. Ci teneva tanto a quella Mercedes da 42mila euro, talmente tanto da evadere gli arresti domiciliari per andare fin dentro la questura a reclamare l'auto che gli era stata sequestrata e che è ormai in uso ai poliziotti. Una mossa che un mese fa è costata il carcere a Umberto Spinelli al quale, ieri, gli investigatori hanno finito di confiscare tutti i beni: un patrimonio da due milioni e 800mila euro.

A nulla è valsa la copiosa documentazione presentata dal difensore del rom pescarese nel ricorso al sequestro preventivo di quel patrimonio, lo scorso novembre. In soli sei mesi, infatti, è arrivata la bocciatura del ricorso e la notifica della confisca a cui adesso la famiglia del 60enne Umberto Spinelli (composta da nove persone) con precendenti per furti, estorsioni e usura potrà appellarsi un'ultima volta in Cassazione prima di dover lasciare definitivamente allo Stato una villa di tre piani, quattro appartamenti, la Mercedes 250 e i 35 libretti tra conti correnti e depositi bancari su cui, negli ultimi venti anni, sarebbero stati movimentati circa 700mila euro per la compravendita di case.  Stessa sorte per un'altra famiglia Spinelli, i coniugi Camillo e Amelia a cui ieri mattina, per la stessa estensione della legge antimafia che consente alle forze dell'ordine di attaccare i patrimoni accumulati illecitamente da chi non può giustificare la legittima provenienza di quei beni, è stata notificata la confisca di un'appartamento in via Monte Bove e di un'Alfa Romeo Mito, per un valore complessivo di 500mila euro.

Un doppio risultato per finanza e polizia che da anni, ormai, a Pescara lavorano fianco a fianco con il Nucleo di polizia tributaria diretto da Roberto Di Mascio e la divisione Anticrimine di Egidio Labbro Francia per ricostruire e incrociare i movimenti patrimoniali e i curriculum penali di chi, pur non lavorando, pu essendo sconosciuto al fisco e avendo condanne alle spalle, vanta ingenti patrimoni.

FRUTTIVENDOLO IN NERO.
Un patrimonio che Umberto Spinelli ha tentato di giustificare in tutti i modi nel ricorso al sequestro preventivo di novembre, dichiarando di aver avuto un'eredità di 400 milioni di vecchie lire dal padre, morto nel 1987, e di aver lavorato in nero come fruttivendolo per la titolare di una ditta del nord.  Tutte circostanze verificate e smentite dagli investigatori del sostituto commissario Giancarlo Totaro, responsabile dell'ufficio Misure di prevenzione della questura, al punto da indurre il Tribunale di Pescara a disporre la confisca dei beni, che non è ancora quella definitiva, ma che ne porta molto avanti l'iter. Tenendo conto che Umberto Spinelli è agli arresti dopo le indagini della squadra Mobile di Pierfrancesco Muriana che a giugno scorso arrestò il capofamiglia, la figlia e le due nuore per una serie di truffe ai danni degli anziani, con le donne che si spacciavano per dottoresse o assistenti sociali e Umberto che «investiva» la refurtiva.

CASE E PRESTANOMI.
Si tratta della villa a tre piani con dependance in via Fonte Romana e degli appartamenti in via Colle Innamortati (della figlia Adelaide), in via Valle Furci (della figlia Ornella), in via Passolanciano (della nuora Elisa) e in via Colle Marino. Appartamenti acquisiti in maniera non sempre lecita, fanno rilevare gli investigatori, come è emerso, ad esempio, per la villa di via Fonte Romana che Umberto ha detto di aver comprato con i soldi di un'altra casa venduta a un sacerdote, salvo poi riscontrare che la villa era stata pagata alcuni mesi prima di quella vendita.  Secondo la polizia, infatti, il piano terra sarebbe stato acquistato presentando un prestanome al proprietario che non voleva avere a che fare con gli zingari, salvo trovarsi la moglie di Umberto all'atto notarile, con la caparra già intascata e l'impossibilità di tornare indietro; mentre l'altro piano sarebbe stato acquistato per soli 30 milioni di vecchie lire con una serie di pressioni al proprietario, in quel caso un medico costretto alla fine a cedere.  Situazione ritenuta anche più grave per la famiglia di Amelia e Camillo Spinelli, precedenti per furti e droga, per i quali è stata disposta direttamente la confisca, senza passare per il sequestro preventivo della casa e dell'auto.

20 MILIONI DI EURO. «Ci muoviamo», spiega il comandante provinciale della Finanza, il colonnello Mauro Odorisio, «nel solco già tracciato, ma non vuol dire che ci sia accanimento nei confronti dei rom. Noi controlliamo tutti, se le attività illecite vengono svolte da rom non è colpa nostra».  «In totale», aggiunge il dirigente dell'Anticrimine Labbro Francia, «siamo arrivati a circa venti milioni di euro di patrimoni ingenti accumulati di cui non riescono a dimostrare la provenienza lecita». Dopo la Mercedes, anche l'Alfa Romeo Mito passerà alle forze dell'ordine com'è già avvenuto per una Golf e una Smart.

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