Banda larga entro giugno in 5 comuni vestini

CIVITELLA CASANOVA. Sono cinque i comuni dell’area vestina e dintorni che non sono ancora serviti dalla linea Adsl per avere un collegamento veloce al web. Si tratta di Civitella Casanova, Farindola, Elice, Picciano e Nocciano. Da quanto si apprende dagli uffici regionali del settore innovazione, però, come previsto dal cronoprogramma dell’intervento finanziato con fondi europei e che ha dotato quasi tutto il territorio abruzzese della infrastrutturazione necessaria per il collegamento via cavo attraverso fibra ottica, entro il mese di giugno la Adsl arriverà anche in questi centri.

La Regione Abruzzo ha investito, con il lavoro portato avanti dall’assessorato allo sviluppo economico, su questo progetto mirato all’abbattimento del digital divide – il divario digitale o ritardo telematico che dir si voglia – ingenti risorse comunitarie. Per realizzare la banda larga, con la copertura in fibra ottica del 50% del territorio regionale che andrà a servire, una volta completata, il 70% della popolazione residente, in una prima fase la Regione ha speso 3 milioni di euro derivanti dai fondo Por-Fesr, un intervento successivo e più complesso ben 10 milioni di euro e per la fase finale, 18 milioni attinti dai fondi Fas, dedicati alle aree economicamente svantaggiate.

Entro la fine del 2014 dunque, tutti i Comuni abruzzesi potranno usufruire della connessione Adsl. I cittadini vestini non ancora raggiunti dal servizio sono però impazienti, come quelli di Nocciano che hanno più volte, anche in passato, fatto pressione sull’amministrazione perché sollecitasse la Regione. Tra le amministrazioni che si sono battute per ottenere i benefici della banda larga c’è quella di Civitella, in una prima fase esclusa dal circuito, dove la Adsl arriverà a maggio. «Dopo aver preso un impegno con la cittadinanza», dice l’assessore comunale Augusto Recchia, «appena eletto mi sono adoperato perché Civitella venisse subito inserita nelle iniziative di innovazione tecnologica promosse dagli assessorati provinciale e regionale di riferimento affinché avesse le stesse opportunità dei centri maggiori». (c.f.)