«Basta con la puzza, fermiamo il sansificio»

Il centrodestra sollecita un intervento immediato del sindaco. Continuano le proteste dei residenti

PESCARA. Cresce il numero dei cittadini che si lamentano per il cattivo odore proveniente dal sansificio. Ieri, al Centro sono arrivate altre proteste di cittadini che abitano nella zona di strada vicinale Torretta, dove è ubicata la fabbrica.

Intanto, il centrodestra si prepara ad avviare una battaglia sul fronte politico e amministrativo. «Riporteremo la questione del sansificio in commissione Ambiente e Lavori pubblici», ha detto il vice capogruppo di Forza Italia Vincenzo D’Incecco, «chiedendo che sia la stessa commissione ad effettuare un accesso agli atti per la verifica di tutte le autorizzazioni in possesso dell’azienda, soprattutto sotto il profilo sanitario e capire come intervenire in modo tempestivo a tutela dei residenti della zona ovest di Pescara».

«Non è possibile», ha affermato il vice capogruppo, «che un'azienda tenga in ostaggio un quartiere intero. Il ricatto sui posti di lavoro a rischio non può essere tollerato sulla pelle dei cittadini che il sindaco Alessandrini ha il dovere di proteggere, come prima autorità sanitaria della città». Il titolare del sansificio Rocco Schiavone, tuttavia, ha assicurato che entro il 15 giugno l’impianto bloccherà la lavorazione della sansa. Ma Forza Italia vorrebbe fermare l’impianto prima.

«All'azienda», ha proseguito, chiediamo di fermare prima del 15 giugno la lavorazione della sansa, anticipando la chiusura della struttura. Ma non è pensabile che a ottobre, con la nuova stagione di raccolta delle olive, si ricominci con i miasmi e i fumi che di notte rendono irrespirabile l'aria a Pescara».

«Siamo partiti a febbraio scorso», ha ricordato D’Incecco, «quando, a fronte delle denunce dei cittadini, abbiamo portato il problema in commissione scontrandoci contro le bugie della giunta che, dinanzi alla nostra richiesta di emettere un'ordinanza per la chiusura della struttura, ha sostenuto per mesi che il sindaco non aveva potere d'intervento. E invece non era così e infatti ad aprile lo stesso sindaco ha firmato l'ordinanza di sospensione delle attività da parte del sansificio. La proprietà ha intrapreso la strada giudiziaria, impugnando dinanzi al Tar il dispositivo, ottenendo una sospensiva, e di fatto riattivando l'azienda. Ma un sindaco non può costringere i cittadini a sopportare quei miasmi in attesa che il Tar si pronunci nel merito».

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