la mozione di foschi (fdi)

«Basta prostitute in strada torniamo alle case chiuse»

PESCARA. «Basta con lo spettacolo indecente delle prostitute appostate lungo le nostre strade per adescare clienti». A parlare così è il consigliere comunale di Fratelli d’Italia-An Armando Foschi,...

PESCARA. «Basta con lo spettacolo indecente delle prostitute appostate lungo le nostre strade per adescare clienti». A parlare così è il consigliere comunale di Fratelli d’Italia-An Armando Foschi, che lancia la proposta choc di legalizzare la prostituzione. Ha già presentato in proposito una mozione che verrà discussa in consiglio comunale, forse oggi.

Il consigliere spiega così la sua iniziativa: «La prostituzione è un fenomeno che, nonostante le centinaia di interventi portati avanti ogni anno dalle forze dell'ordine e dalla nostra stessa amministrazione comunale, con un notevole dispendio di risorse ed energie non si riesce ad arginare», spiega, «a questo punto chiedo formalmente al sindaco e alla giunta comunale l'impegno di sollecitare a Parlamento e governo una revisione immediata della normativa oggi esistente, chiaramente inadeguata, predisponendo misure di carattere legislativo in grado di disciplinare il fenomeno. Ciò consentirebbe anche l'esercizio autogestito della propria prostituzione in luoghi idonei, con il controllo delle autorità di pubblica sicurezza e sanitarie, obbligando ovviamente chi esercita il mestiere a pagare le tasse e utilizzando quegli introiti per il recupero di chi, invece, vuole uscire dal mondo della prostituzione». Tutto questo, a suo dire, impedirebbe anche ogni forma di sfruttamento illegale della prostituzione e la tratta di donne adulte e minorenni, spesso ridotte in schiavitù. Foschi propone, in sostanza, di tornare a una sorta di case chiuse, abolite dalla legge Merlin. Non, quindi, i box del sesso proposti alcuni mesi fa dall’ex sindaco Attilio Di Mattia. «In cinque anni», ricorda Foschi, « l’amministrazione comunale ha adottato ogni genere di provvedimento possibile e consentito dalla normativa per scoraggiare e contrastare il fenomeno della prostituzione. Parliamo delle ordinanze sindacali, che però non possono punire chi esercita la prostituzione visto che per legge non esiste il reato della prostituzione, ma piuttosto possono reprimere quelle attività a esso collegate, come l'offesa della pubblica decenza, o coloro che rallentano la propria corsa sulle strade per adescare una prostituta, rappresentando un pericolo per la sicurezza stradale». «Abbiamo realizzato interventi strutturali, illuminando a giorno le nostre strade», fa presente, «abbiamo installato una recinzione per impedire l'utilizzo di un terreno che fa parte della riserva e che veniva usato come giaciglio. E questo senza parlare delle operazioni messe a segno dal Nucleo della polizia giudiziaria della polizia municipale».

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