Becci confermato presidente della Camera di commercio: «Adesso la fusione con Chieti»

Elezione all'unanimità nel periodo più buio dell'economia locale e nazionale. Gli imprenditori: inutile cambiare l’articolo 18

PESCARA. «In cinque anni s’è fatto un buon lavoro, ma quello che abbiamo fatto finora è nullo. Guardo avanti. Abbiamo poco tempo per crogiolarci: mi si è anchilosata la mano a firmare i tanti documenti per intervenire nei processi di fallimento delle imprese per cifre esigue che vanno dai 300 ai 400 euro».

Daniele Becci si presenta così davanti ai 28 consiglieri che pochi minuti prima lo hanno riconfermato alla presidenza della Camera di commercio di Pescara. Un’elezione all’unanimità, ieri mattina nella sede di via Conte di Ruvo, con voto palese per alzata di mano. Una circostanza che non si era mai verificata nella storia dell’ente.

La riconferma di Becci per il prossimo quinquennio è la dimostrazione della comunione di intenti, ritrovata da tutti i rappresentanti delle associazioni di categoria nel periodo più buio dell’economia provinciale e nazionale. Il prossimo impegno è la fusione con la Camera di commercio di Chieti, attraverso la presentazione di un documento di unificazione «entro un mese».

«Quattro Camere di commercio in Abruzzo sono troppe», dice senza mezzi termini il presidente fresco di riconferma, cavalcando la discussione su una riforma strutturale del sistema camerale italiano, fortemente voluta dal governo Renzi e che prevede dal 2015 la riduzione del 35 per cento dei diritti che le imprese devono versare all’organo collegiale. «Se Pescara si mette insieme a Chieti», aggiunge Becci, «potremo contare su una rinnovata progettualità e avremo maggiori occasioni per faci sentire. Ci sarà qualche poltrona in meno, ma questa è una riforma che dobbiamo fare. Ho già sentito tutte le associazioni coinvolte e sono perfettamente d’accordo: la situazione delle imprese non è da passerella, ma da trincea. Non è il momento di pensare alle poltrone: se qualcuno la pensa diversamente allora lo dicesse, perché noi vogliamo gente seria e non “sveltarelli”».

Un discorso chiaro che non gira gira intorno alle parole. Caratteristica che negli ultimi anni ha fatto di Becci un punto di riferimento nell’intero panorama pescarese, dalle grandi aziende alle piccole e medie imprese, senza dimenticare gli organi istituzionali che tante volte si sono aggrappati all’ancora di salvataggio dell’ente camerale. Non ultimo il caso della sponsorizzazione con la Snav per far ripartire il collegamento marittimo estivo da Pescara alla Croazia. «Tra imprese che non riescono ad andare avanti e famiglie che non arrivano alla fine del mese», incalza Becci, «siamo arrivati a un punto di non ritorno. Le aziende non ce la fanno più: dell’articolo 18 non interessa a nessuno, la priorità è tornare a crescere e noi abbiamo il dovere di provarci con tutte le nostre forze».

«La riconferma per me è un onore e una responsabilità», conclude, «nel giro di un mese presenteremo un documento di unificazione con Chieti e se saremo chiamati a decidere della fusione, allora noi saremo pronti».

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