l'intervista

Bianchi: tre interventi per salvare la stagione

«Ammortizzatori sociali, danni indiretti e linee di credito per il settore turismo Ma la sicurezza sismica degli edifici deve diventare la priorità del Paese»

L’AQUILA. Il sottosegretario ai Beni culturali, con delega al Turismo, è arrivata con la febbre (ha preso un Efferalgan per tirare avanti). Ha varcato le porte dia Palazzo Silone, proveniente da Penne, con quasi due ore di ritardo.

Ha visto con i suoi occhi, sottosegretario, cosa è successo e sta succedendo in Abruzzo?

«L’ho visto. Sono andata a Castelli e mi è scappata qualche parolaccia. Ho visto le difficoltà che avete».

E che intende fare? O meglio, che pensa di poter fare?

«Il mio impegno è che lavoreremo insieme, per risposte organizzate e in tempi brevi: il tempo è denaro».

Sì, ma in concreto?

«Intanto con il “decreto terremoto” daremo risposte alle difficoltà delle aziende che hanno subìto danni. Questa è una catastrofe straordinaria, non è “un” terremoto, è un sisma continuo, che tiene viva l’attenzione, ovvero i riflettori non si spegneranno. E quindi c’è la necessità di avvertire una percezione di sicurezza».

E per fare questo come intende agire?

«I fascicoli degli edifici, per ora quelli turistici, in seguito anche quelli privati – ma non spetta a me – è la soluzione. I turisti devono scegliere l’Abruzzo perché è una regione fantastica e soprattutto “sicura”. Ma occorre anche educazione e rispetto delle regole e delle risorse che vengono erogate».

Il suo ministero da solo può fare tutto questo?

«È ovvio che dobbiamo agire in sinergia con altri ministeri e lo stiamo già facendo. La messa in sicurezza delle case, degli edifici, è una priorità. L’esperienza deve servire a porre il problema in tutta la parte appenninica. E vanno messe in campo risorse, anche ingenti. Bisogna iniziare a finanziare le realtà sismiche. E, ripeto, nel rispetto delle regole: dobbiamo capire che le regole sono per noi stessi».

Questo è il progetto, ma non è immediato, conoscendo i tempi della burocrazia. Ma subito cosa si può fare?

«Iniziare a comunicare al resto dell’Italia che sono aree ristrette quelle che hanno subìto danni, ma ci sono aree sicure per il turismo. Questo è fondamentale, per far ripartire subito le attività. E va fatto in sinergia tra Regione e Enit. Senza sprecare risorse e tempo. Stiamo lavorando rapportandoci con l’assessore regionale abruzzese Giovanni Lolli, e con Enit ci vedremo entro 15 giorni per una strategia immediata in modo da aiutare gli operatori a salvare la stagione».

È un impegno che potrà mantenere? Le risorse dello Stato ci sono?

«Abbiamo stanziato, oltre ai 2 milioni di euro già inseriti nel decreto, da destinare alla comunicazione per le quattro regioni, altri 4 milioni per manifestazioni e spettacoli, in modo da attrarre gente, per le zone colpite dal sisma del 24 agosto».

Ma sono azioni sufficienti?

«Stiamo mettendo in campo tre iniziative: 1) gli ammortizzatori sociali per i dipendenti del turismo; 2) il danno indiretto; 3) le linee di credito».

Il problema, però, è che non è il terremoto a uccidere le persone, ma sono le case e gli edifici costruiti male. Per questo si ha paura.

«È vero e perciò stiamo agendo con i ministeri competenti. Con Pompei e altre zone siamo entrati nell’Area 4.0. Prima noi non c’eravamo. E ci batteremo perché la messa in sicurezza delle abitazioni e delle strutture turistiche nelle zone sismiche diventi la priorità di questo Paese».(v.p.)

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