Bimbi morti, i Nas tornano in ospedale

I militari hanno prelevato il materiale microbiologico acquisito nel corso degli accertamenti scattati a seguito della morte di tre neonati che avevano contratto la Serratia

PESCARA. I carabinieri del Nas sono tornati per la quarta volta all’ospedale Spirito Santo. I militari del nucleo antisofisticazioni e sanità hanno prelevato il materiale microbiologico acquisito nel corso degli accertamenti scattati a seguito della morte di tre neonati che avevano contratto la Serratia, un batterio che si annida nei rifiuti e nei bagni.

Il materiale recuperato dai Nas era conservato nei frigoriferi da laboratorio dell’ospedale. L’acquisizione delle provette rappresenta una delle ultime tappe dell’indagine sul posto. La questione passa ora nelle mani dei periti nominati dalla procura: un pool di consulenti che vede, accanto all’anatomopalogo Christian D’Ovidio, un microbiologo e un neonatologo provenienti da fuori regione. Nomi, questi, su cui la procura preferisce mantenere il riserbo perché i due medici possano lavorare con la necessaria tranquillità al caso.

Il reato ipotizzato per l’inchiesta aperta dal pm, Mirvana Di Serio, è omicidio colposo e al momento non ci sono indagati. Gli accertamenti in corso sono in mano ai carabinieri del Nas di Pescara, guidati dal comandante Marcello Sciarappa che hanno ripetutamente ispezionato le stanze di Neonatologia, al sesto piano dell’ospedale, e i reparti di Geriatria e Malattie infettive. Stando a quanto riferito nei giorni scorsi dal presidente della Regione e commissario alla Sanità Gianni Chiodi, «dalle notizie preliminari avute dai Nas sarebbero state rispettate tutte le procedure e i protocolli» necessari a circoscrivere il propagarsi del batterio. «L’origine», spiega il primario di Neonatologia, Carmine D’Incecco, «è stata identificata e isolata poco dopo la scoperta del contagio». D’Incecco spiega che «il batterio, contratto da un neonato ricoverato, si è annidato in un disinfettante in blister utilizzato dal personale medico e sanitario portando, quindi, alla sua diffusione».

A oggi sono quattro le inchieste che puntano a verificare le circostanze che avrebbero causato, il 22 aprile scorso, il decesso dei tre neonati nati prematuti. Oltre alla procura (e alla Asl), hanno chiesto gli atti anche la Camera e il Senato. Il presidente della Commissione d’inchiesta sugli errori sanitari, Leoluca Orlando (Idv), ha chiesto al governatore Chiodi una relazione sull’accaduto, mentre Ignazio Marino (Pd), presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, ha avviato un’istruttoria dei carabinieri del Nas di Roma.

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