l’altro candidato alle primarie

Blasioli fa il decalogo delle cose da non fare

PESCARA. Invece di presentare il solito programma elettorale, come fanno tutti i candidati, Antonio Blasioli ha preferito annunciare un decalogo al contrario, autoironico, delle cose che non farà se...

PESCARA. Invece di presentare il solito programma elettorale, come fanno tutti i candidati, Antonio Blasioli ha preferito annunciare un decalogo al contrario, autoironico, delle cose che non farà se dovesse essere eletto sindaco. Il candidato del Pd alle primarie ha spiegato così la sua iniziativa presentata sul web. «Ho voluto mettere nero su bianco alcune cattive abitudini tipiche dei politici», ha detto, «e simpaticamente spero di far sapere così ai pescaresi quello che non li aspetta se mi sceglieranno come candidato sindaco per il centrosinistra». Ed ecco il decalogo delle dieci cose da non fare. Al primo posto, Blasioli ha scritto che non dirà mai che «è colpa della passata amministrazione». Poi: «Non mi nasconderò mai dai miei cittadini per paura di essere preso a parolacce». E ancora: «Non parteciperò mai a fiaccolate, manifestazioni e scioperi per protestare contro la pubblica amministrazione, dato che ne sarei il massimo rappresentante». Il punto quattro è forse quello più autoironico: «Non inizierò a mettermi in tiro e non mi farò bello, anche perché sarebbe davvero troppo dura».

Il decalogo prosegue: «Non dirò che sono per la meritocrazia (a parole) per poi raccomandare i miei amici». «Non dirò mai Pescara porta dell’Est, o Pescara terzo aeroporto di Roma, i paroloni servono a poco, contano i fatti». Il settimo punto è di fatto una critica a Mascia, che in una recente intervista si è dato un bel 9. «Non mi darò da solo un 9», ha fatto presente, « il voto lo danno i cittadini». Blasioli promette che non farà mai lavori sulla città a pochi mesi dalle elezioni, come sta facendo invece l’amministrazione Mascia «e, sicuramente, non aprirò nuovi cantieri prima di aver sistemato le opere esistenti». Un’ultima stoccata alla giunta al punto nove: «Non pedonalizzerò ogni mattina una strada diversa solo perché ne ho voglia», con un implicito riferimento alla chiusura di corso Vittorio. Il decalogo conclude così: «Non farò promesse irrealizzabili, preferisco perdere le elezioni e non la faccia».

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