Bruciate le case abusive dei disperati

Il rogo dell’ex Cofa spento dopo una notte di lavoro: le fiamme partite da una sigaretta o da un fornello da campeggio

PESCARA. L’incendio all’ex Cofa, il secondo in meno di due mesi, è scoppiato al primo piano, i vecchi uffici del mercato ortofrutticolo abbandonato: una sigaretta spenta male oppure un fornello da campeggio sono le possibili cause del rogo. Ora, la polizia aspetta la relazione dei vigili del fuoco intervenuti per spegnere le fiamme ma l’ipotesi è quella di un incendio scoppiato per caso. E anche ieri nei capannoni è stato un giorno di viavai. A distanza di anni dalla chiusura, quei locali – al centro dell’ultima area che può dare ancora una svolta a Pescara – sono diventati quasi degli appartamenti abusivi. Alloggi occupati da una selva di disperati e tra questi ci sono anche bambini: lo raccontano i carrozzini che si vedono nei capannoni e lo confermano i dispacci delle forze dell’ordine quando parlano di «minorenni». Nell’ultimo blitz di giovedì scorso, erano 5 i minorenni scoperti nel degrado dell’ex Cofa, un mostro di 23 mila metri quadrati di spazio pubblico di proprietà della Regione Abruzzo. E le foto scattate dalla polizia danno proprio l’idea di una casa abusiva: ci sono i letti con le coperte, le sedie e i tavoli, sui muri ci sono anche i poster dei cantanti e attori famosi. Sullo sfondo, però, soltanto immondizia.

Dell’ex Cofa e dell’«occupazione permanente», il 30 maggio scorso, Giacomo Cuzzi, capogruppo Pd alla circoscrizione Porta Nuova, ne aveva fatto una denuncia al prefetto Vincenzo D’Antuono e al questore Paolo Passamonti chiedendo interventi. Il blitz delle forze dell’ordine con 46 denunce di disperati è arrivato a distanza di un mese ma, in un pugno di ore, l’ex mercato è tornato la casa dai fantasmi. La lettera di Cuzzi arrivava dopo l’incendio del 2 maggio scorso: «Gli episodi accaduti all’interno della struttura», scriveva Cuzzi, «hanno suscitato una particolare apprensione nei cittadini di Porta Nuova e in particolare di Borgo Marino Sud che mi hanno sollecitato con numerose segnalazioni dopo aver constatato che nelle ultime settimane purtroppo c’è stato un aumento di piccoli furti nella zona circostante e di episodi incresciosi che destano uno stato di allarmismo piuttosto diffuso». Nella lettera Cuzzi chiedeva «una soluzione definitiva che riesca, da un lato, a garantire la vivibilità della zona e la tranquillità dei residenti e, dall’altro, a tutelare i senzatetto costretti a vivere in condizioni indecorose in una struttura che non è idonea a funzione abitativa ed è carente di qualsiasi requisito igienico sanitario nonché di sicurezza». Nella lettera Cuzzi si metteva a disposizione di prefetto e questore «per chiarimenti». Ma, dopo il rogo, ammette: «Non mi ha contattato mai nessuno».

Dal 2010 è polemica sulla destinazione dell’ex Cofa: «L’ex Cofa è un pericolo per i cittadini e un colossale simbolo di degrado civile e urbanistico», recitava una mozione dei consiglieri Pd Florio Corneli e Giuliano Diodati per l’abbattimento dei ruderi. A distanza di 3 anni, i capannoni ci sono ancora e l’unico accordo tra Regione, Comune e Camera di Commercio è sfumato. Per il sindaco Pdl Luigi Albore Mascia il degrado del vecchio mercato è colpa «del Pd e dell’intera coalizione di centrosinistra che, dai banchi della minoranza, sta sacrificando gli interessi del territorio per portare avanti una becera politica di partito da censurare fermamente». Cuzzi risponde: «La politica deve smetterla di giocare a scaricare le responsabilità e deve occuparsi da subito della risoluzione dell’emergenza sociale e avviare il processo di riqualificazione».

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