Bruxelles, attentato sventato alla stazione centrale: neutralizzato il terrorista

L'uomo indossava una cintura esplosiva ed entrato alla Grand Place ha gridato: "Allah Akbar". Messa in salvo una comitiva di studenti provenienti dal Molise

BRUXELLES. Attenatato a Bruxelles sventato all’ultimo secondo. L’attentatore è stato ferito. Indossava una cintura esplosiva e uno zaino. Il terrore è tornato ieri pomeriggio nella stazione centrale e nella Grand Place che sono state evacuate. «Ha gridato Allah Akbar e poi abbiamo sentito il botto. Il mio collega ha pensato ad una bomba. L'uomo avrà avuto sui 35 anni», ha detto sotto choc il capostazione Jean-Michel Michel. Un gruppo di studenti italiani, provenienti da scuole della provincia di Campobasso e Isernia, sono rimasti chiusi per diverso tempo in un ristorante a Bruxelles per motivi di sicurezza. A raccontarlo è Mariella Spaziano: «Siamo arrivati nel primo pomeriggio e domani abbiamo appuntamento al Parlamento europeo. Docenti e ragazzi sono stati bloccati in un ristorante della zona per ragioni di sicurezza. Alcuni ragazzi si sono messi a piangere e i genitori sono stati tutti rassicurati telefonicamente. Stiamo bene ma tanta paura».

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E a Parigi monta la polemica per Adan Lofti Djaziri, il trentunenne schedato con la lettera S degli individui radicalizzati a rischio che due giorni fa si è andato a schiantare con la sua Renault Megane contro un furgone della Gendarmeria di pattuglia sugli Champs-Elysées.Il premier Edouard Philippe dice che «nessuno può essere soddisfatto se qualcuno che era schedato poteva continuare a beneficiare» di un porto d'armi. «Non solo lasciano a piede libero chi è schedato S, ma in più viene riconosciuto loro il porto d'armi... sono pazzi o cosa?», tuona su Twitter la leader del Front National, Marine Le Pen, chiedendosi quando si «porrà fine a tutto questo».
Nella Francia a bocca aperta per quanto accaduto gli 007 cercano di placare le polemiche. Se a febbraio hanno riconfermato il porto d'armi al ragazzo radicalizzato - spiega una fonte della polizia citata da Le Monde - era solo per non insospettirlo. Una classica tecnica di intelligence che ha l'obiettivo di facilitare la sorveglianza dell'interessato e del suo ambiente. Peccato solo che si sia rischiata una nuova strage nel cuore turistico della capitale. Per tutta la notte, gli agenti dell'Antiterrorismo hanno perquisito la villetta di Plessis-Pâté, nel dipartimento dell'Essone, dove l'assalitore viveva con i familiari. Quattro sono stati fermati: la moglie, il fratello, la cognata e il padre. Presso il suo domicilio, precisa Bfm-Tv, è stato rinvenuto tutto l'occorrente per fabbricare una bomba. E una lettera nella quale il 31enne aveva prestato giuramento all'Isis. Nell'auto di Adan Lofti Djaziri, tra l'altro, c'erano 9mila munizioni, oltre che le due bombole a gas, il fucile d'assalto e le due pistole.