Bussi, discarica dei veleni: la bonifica non può più aspettare

Aumento dei tumori, alberi e ambiente contaminati. I residenti sempre più preoccupati per i dati delle agenzie Arsa e Arta

BUSSI SUL TIRINO. Le recenti rivelazioni dell'Agenzia sanitaria regionale sull'indagine della diffusione dei tumori che hanno colpito le popolazioni dell'alta Val Pescara, a cominciare da Bussi sul Tirino e Popoli e poi negli altri centri vallivi come Tocco da Casauria, Castiglione a Casauria, Pescosansonesco, Corvara e altri Comuni dell'Aquilano come Capestrano, Navelli, Collepietro, San Benedetto in Perillis, Vittorito e Corfinio (questi ultimi a contatto con i territori di Bussi e Popoli), hanno tristemente confermato ciò che le in questi centri già si sapeva, che la percentuale di residenti colpiti da forme di tumore era più elevata della media spesso con esiti infausti.
Notizia che comunque ha sconvolto la popolazione (circa 16mila residenti) visto che la discarica Tremonti di Bussi continua a destare non poche preoccupazioni. A oltre dieci anni dalla sua scoperta infatti, non è stato fatto nessun intervento di bonifica e di risanamento e gli oltre 200 mila metri cubi di materiale contaminato sono sempre lì: una bomba non disinnescata che continua a trasferire sostanze pericolosissime per la salute umana e dell'ambiente, alle acque, all'aria, alla vegetazione. Motivo di maggiore inquietudine la notizia rimbalzata sui notiziari la scorsa settimana della conferma della contaminazione degli alberi distribuiti lungo l'asse fluviale del Pescara nei luoghi più vicini alla Tremonti.
Un’indagine già svolta alcuni mesi fa, che ha trovato riscontro nelle ultime verifiche eseguite dalla Agenzia regionale per la tutela ambientale. Dunque tornano gli interrogativi dei residenti: quanto si dovrà ancora aspettare per avviare la bonifica della Tremonti e degli altri siti intermedi, più vicini all'abitato di Bussi, destinati alla reindustrializzazione.
La Edison dovrà presentare entro il 15 ottobre un progetto definitivo per la discarica Tremonti, secondo le disposizioni del ministero, e stando ai risultati delle ultime indagini che la Solvay ha eseguito sul sito. Stessa scadenza per l’esito delle indagini e dell'intervento di bonifica attinenti il sito ex Montecatini, a Piano d'Orta.
Non solo il ministero, ma soprattutto migliaia di abitanti non ammettono più deroghe dopo un decennio di conclamato pericolo vissuto sulla propria pelle.
Il ministero dell'Ambiente ha imposto anche che entro il prossimo settembre dovranno essere completate le procedure per l'assegnazione definitiva alla Associazione temporanea di impresa (Ati) della gara dei lavori per la bonifica dei siti 2A, 2B che, dal maggio scorso, sono passati al Comune di Bussi. Entro i prossimi mesi infine, anche la Provincia di Pescara dovrà assolvere agli adempimenti imposti del ministero: concludere le attività di individuazione dei responsabili delle contaminazioni per dare il via a tutte le misure conseguenti.
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