Bussi, il Tar alla Montedison: bonificare le discariche

Il Tar di Pescara ha respinto il ricorso che la Montedison aveva proposto contro l'ingiunzione-diffida del Ministero dell'Ambiente, dove si chiedeva all'azienda di rimuovere in 30 giorni tutti i veleni tossici seppelliti nelle discariche

PESCARA. Inammissibile e «comunque infondato». Il Tar di Pescara ha così respinto il ricorso che la Montedison aveva proposto contro l'ingiunzione-diffida del Ministero dell'Ambiente dello scorso settembre, dove si chiedeva all'azienda di rimuovere in 30 giorni tutti i veleni tossici seppelliti nelle discariche di Bussi sul Tirino e ripristinare la qualità del luogo. Tutta la vicenda della megadiscarica dei veleni che avrebbe inquinato le falde acquifere della Val Pescara per decenni, e che vede in corso un processo con 19 imputati Montedison in Corte d'Assise a Chieti, vede così aprirsi un altro fronte dagli sviluppi imprevedibili. Al netto degli ulteriori ricorsi che verranno presentati nei gradi successivi, la sentenza del Tar di Pescara stabilisce che la Montedison è ancora di fatto la proprietaria dei rifiuti chimici nonostante la cessione alla Solvay dell'impianto produttivo successivamente alla realizzazione delle discariche.

«Nei siti in esame sono state rinvenute sostanze altamente inquinanti e che esse costituiscono scarti e prodotti industriali tipici dell'attività ivi esercitata da Edison spa», si legge nella sentenza dei giudici di Pescara depositata il 30 aprile. Si legge ancora che «i responsabili di detto inquinamento non possono che essere individuati in coloro che hanno gestito tali impianti nel periodo antecedente a quello in cui gli inquinamenti hanno iniziato ad essere rilevati. Considerate inoltre l'estensione e la profondità di tale inquinamento, nonchè i suoi notevoli effetti già causati sull'ambiente (dati compiutamente analizzati ed esposti nella relazione Ispra), appare evidente come si verta su un'attività di inquinamento protratta e risalente nel tempo».

Secondo alcune stime fatte a margine del processo di Chieti, per la totale bonifica delle discariche di Bussi potrebbero servire centinaia di milioni di euro: per alcuni, stime precise non ne sono state fatte, anche un miliardo di euro. «Si tratta di una sentenza importante soprattutto per le motivazioni - ha commentato Augusto De Sanctis, del Forum dell'Acqua in Abruzzo che ieri ha raccontato le vicende di Bussi dal palco del 1 maggio a Taranto - perché conferma il legame tra produzione e discarica. È un primo passo verso la bonifica del luogo e che ristabilisce il principio che chi inquina, paga. La bonifica sarà lunga e complessa, ma almeno porterà lavoro in quelle zone».

©RIPRODUZIONE RISERVATA