Bussi, piano da 60 milioni per 180 posti di lavoro

L’impresa Filippi avvia la reindustrializzazione del polo chimico. Patto con Regione e Comune per ottenere un terreno. D’Alfonso: abbracceremo i nuovi investitori

PESCARA. Un patto a tre fra un imprenditore veneto con un passato da politico anche nella Lega Nord, Alberto Filippi, pronto a investire 60 milioni di euro a Bussi, la Regione che annuncia «un’azione per rompere le regole» e il Comune di Bussi che concede all’azienda 26 mila metri quadrati di terreno già bonificato. Ieri, è stato compiuto il primo passo per la reindustrializzazione del polo chimico della Val Pescara: il paese della mega discarica si aggrappa alla speranza del lavoro per iniziare il salvataggio del suo territorio martoriato. In palio, nel giro di circa di due anni, ci sono 50 posti di lavoro e, a seguire, con lo sviluppo del progetto della Uniholding spa di Filippi, altri 100-130 per un totale di 150-180. Ma, ha detto il sindaco di Bussi, Salvatore Lagatta di Rifondazione comunista, ci sono già altre aziende farmaceutiche interessate a investire: «Ora, il problema è trovare i terreni per ospitare le imprese. Serve quella benedetta bonifica, che tarda ad arrivare, perché potremmo recuperare almeno altri 10 ettari». Il futuro di Bussi passa da qui: reindustrializzazione e bonifica, a partire dalla discarica Tre Monti.

L’area interessata dal piano di Filippi è una zona a monte dello stabilimento Solvay, a ridosso del complesso Bussi Officine, prima inclusa nel Sin (Sito di interesse nazionale per l’inquinamento) ma adesso bonificata. Con l’accordo firmato ieri, dopo due anni e mezzo di trattative, il Comune mette a disposizione della Uniholding il sito. Anche la Regione prende l’impegno di sostenere la ditta: «Reindustrializzare», ha detto il governatore Pd Luciano D’Alfonso, «significa ridare vita economica a quel territorio che tanto malanno ha patito in ragione delle attività industriali precedenti». Ma cosa farà la Regione? «Abbiamo assunto l’impegno di facilitare le procedure per la vita di questa impresa e di rendere possibili anche le risorse finanziarie nazionali ed europee nel pieno rispetto delle regole e delle norme vigenti». Ma D’Alfonso ha promesso che andrà oltre: «Proveremo a mettere in campo un’azione di rottura delle regole: si rompono insieme le regole che provocano molte volte le ragnatele della pubblica amministrazione. Tutti quelli che vogliono investire dovranno sentirsi in un parco di attrazioni e facilitazioni: prenderemo in braccio le imprese perché il lavoro non si crea con i convegni».

La Filippi ci mette i soldi e, dal sito di Bussi, si aspetta un ritorno di 50-60 milioni di euro di fatturato all’anno. Nell’investimento, la Filippi ha un partner: è la società finlandese Primex Pharmaceuticals. A Bussi, la Filippi opererà per conto della Primex nella produzione di dispositivi anestetici, anche per bambini. Alla sottoscrizione del protocollo d’intesa ha partecipato anche il presidente della Primex, Kari Sarvanto: «Il nostro è un progetto a lungo termine per produrre prodotti innovativi passando dai normali gas ad anestetici per via venosa». Capitolo tempi: «Dovrebbero essere rapidi», ha promesso il sindaco, «Primex vuole che la consegna dei primi prodotti avvenga entro 24 mesi». E dopo Filippi e Primex, potrebbero accordarsi altre aziende: insieme a Filippi, ieri è arrivato a Pescara e poi ha visitato Bussi anche Michele Mingarini della Mida. D’Alfonso punta al passaparola tra gli imprenditori: «Quello che conta, in questa fase, è la nomea che recupera Bussi da sito malato a sito dalla capacità industriale e produttiva. Occorre che accadano fatti nuovi nell’economia per consentire che altri fatti nuovi si aggiungano creando un circolo virtuoso». Ma resta il nodo di una bonifica che non arriva con 600-700 tonnellate di rifiuti tossici nascoste sottoterra: «Bonifica e reindustrializzazione non sono questioni scisse e distinte, ma questioni che devono camminare congiuntamente. La bonifica», ha detto il presidente, «deve andare avanti con maggiore rigore, maggiore sollecitudine e maggiore capacità di discernimento ad opera dello Stato. Lo Stato si è fatto carico con risorse proprie di provvedere alla bonifica, noi addirittura abbiamo deciso di compartecipare attraverso anche una quota dei fondi del Masterplan».

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