Cadavere di un uomo ripescato in mare

È finito nella rete dell’armatore Camplone al largo di Pescara, forse è un pescatore. La morte risalirebbe a un anno fa

PESCARA. «Dire che mi è preso un colpo è poco, è stata una cosa terribile, speriamo solo che abbia una degna sepoltura, e che chi lo piangeva trovi pace».

Antonino Camplone è l’armatore pescarese del peschereccio Indomita che mercoledì sera, intorno alle 22, ha tirato su con la rete un cadavere in avanzato stato di decomposizione. «Eravamo al largo, a circa 16 miglia, 30 chilometri dalla costa di fronte a Pescara e avevamo fatto l’ultima tirata mentre ci riavvicinavamo per rientrare. Era destino che lo dovessimo trovare, sembra che ci stava aspettando: perché la rete l’abbiamo buttata così, sulla via del ritorno, dopo 20 ore passate in mare, tanto per chiudere l’uscita».

È proprio quando tirano su le reti, Camplone con gli altri tre dell’equipaggio, che scoprono, tra il poco pesce preso con l’ultima rete, la sagoma di una persona di cui, purtroppo, era rimasto ben poco. «È stato impressionante», va avanti Camplone, convinto che si tratti di un uomo e, probabilmente di un pescatore. «La prima impressione è che sia un pescatore perché aveva una tuta con le calze sopra la tuta, come usiamo noi quando indossiamo gli stivali per andare in mare. Penso a un italiano, perché gli stranieri non si vestono così, e sicuramente non un giovane».

Secondo quanto ricostruito dal medico legale che ha fatto una prima ricognizione sulla banchina, dopo che il peschereccio ha riportato il cadavere al porto scortato dalla Capitaneria avvisata immediatamente dopo la scoperta, la morte risalirebbe a diversi mesi fa, addirittura un anno, come ipotizzano anche gli specialisti della polizia Scientifica intervenuti sul posto.

«In questo tratto di mare», riprende Camplone, «le correnti vanno da nord a sud, quindi è possibile che arrivi da nord. Pescarlo a quella distanza, a 30 chilometri dalla costa, vuol dire che può arrivare anche dalle Marche». Sarà ora il magistrato a decidere se disporre una perizia scientifica più accurata per trovare ulteriori elementi da confrontare eventualmente con le denunce di persone scomparse. «Qualcuno ricorda un pescatore scomparso a San Benedetto o a Martinsicuro»; dice Camplone, «ma parliamo di un paio d’anni fa. In ogni caso spero proprio che qualcuno lo venga a reclamare anche perché», dice, «sembra un pescatore, e fa ancora più male». (s.d.l.)

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