Cade dalla carrozzella e muore Il pm: sette persone a processo

La tragedia nel 2011: l’anziana pescarese era ospitata nella casa di cura Santa Maria Ausiliatrice Sotto accusa responsabile della struttura, i fisioterapisti e gli operatori sociosanitari

PESCARA. Una caduta rovinosa con la sedia a rotelle giù per la rampa tra il sesto e il quinto piano. Un’anziana pescarese di 85 anni, ospite di una casa di riposo di Montesilvano, l’8 febbraio 2011 è morta per il politrauma e le fratture riportate a causa della caduta e del violento colpo ricevuto dalla sedia a rotelle. Sulla disgrazia è stata aperta un’inchiesta che ha coinvolto sette persone: operatori sociosanitari, fisioterapisti e il responsabile della struttura Cise Santa Maria Ausiliatrice di Montesilvano per cui il pm Giuseppe Bellelli ha chiesto il rinvio a giudizio.

Sono accusati di omicidio colposo e, in cinque, anche di abbandono di persone incapaci, i sette nomi che all’epoca lavoravano nella struttura di via Lago di Como e tirati in ballo nell’inchiesta scaturita dalla morte della donna di 85 anni ospite della struttura perché bisognosa di continua assistenza e costretta su una sedia a rotelle. «Per colpa consistita in imperizia, imprudenza, negligenza e violazione di norme in materia di prevenzione infortuni di ospiti e operatori, cagionava la morte della donna»: è l’atto d’accusa del pm Bellelli nei riguardi di Luca Patricelli, responsabile sanitario della struttura nato a Pescara e residente a Francavilla, Rossella Piscioneri, fisioterapista addetta alle terapie e di turno nel giorno dell’incidente alla signora, Ivana Orsini, fisioterapista residente a Pescara, Fabio Palermo, responsabile del servizio esterno di protezione e prevenzione, Lina Luisa Verì, residente a San Giovanni Teatino e rappresentante legale ed amministratrice della casa di riposo, e le due pescaresi e operatrici sociosanitarie Annateresa Salvatore ed Eglantina Vladi .

L’accusa descrive cosa accadde quel giorno di febbraio e spiega che l’anziana si trovava nella casa Cise Santa Maria Ausiliatrice in seguito a un ricovero in ospedale dovuto a un incidente. Quel giorno di febbraio, ricostruisce la procura, la donna termina la seduta di fisioterapia e viene adagiata sulla carrozzella. L’anziana sarebbe stata legata con la cintura di sicurezza e accompagnata dalla sua stanza fino al montacarichi dove sarebbe rimasta lì in attesa di essere trasferita al primo piano. Ma per l’accusa l’85enne sarebbe rimasta sola senza sorveglianza e, dopo aver spinto la sedia a rotelle per pochi metri, sarebbe caduta rovinosamente dalle scale. Il giorno successivo, la donna muore. Nelle indagini di quei giorni dei carabinieri del Nor di Montesilvano e, poi, dei carabinieri del Nas di Pescara viene sequestrata la sedia a rotelle e acquisita la documentazione sanitaria della donna all’ospedale di Pescara. L’inchiesta viene aperta, i 7 vengono indagati e, adesso, con la richiesta di rinvio a giudizio diventano imputati. I fisioterapisti e le operatrici sociosanitarie avrebbero lasciato la donna davanti all’ascensore senza vigilanza con una «condotta», descritta come «disattenta e inadeguata», mentre il responsabile della casa di riposo non «avrebbe verificato la costante sorveglianza dei pazienti violando le norme di prudenza e di perizia». Il rappresentante legale della casa di riposo è accusato di non aver «garantito la corretta organizzazione della struttura». Inoltre, i sette sono accusati anche di non aver chiuso le porte antincendio. L’anziana, conclude l’accusa, avrebbe infatti «trovato quelle porte aperte». Nell’inchiesta è stata individuata come parte offesa la famiglia pescarese della signora scomparsa.

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