CADE L’ULTIMA CASSA ABRUZZESE

Ora tutti diranno ce l’aspettavamo. In realtà il commissariamento di Carichieti è il colpo di grazia rifilato allo stomaco non solo di Chieti ma dell’intera regione. La Cassa di Risparmio teatina era l’ultimo baluardo di un mondo creditizio targato Abruzzo. Segue la sorte di Tercas e Caripe, finite sotto i colpi impietosi della mannaia di Bankitalia, che non fa più alcuno sconto, e di Carispaq ormai Bper. In parole semplici l’Abruzzo non ha più una sua Cassa di Risparmio. Sì, ce l’aspettavamo visti i segnali che la banca centrale ha cominciato a dare già dal 2012. Ma allora perché quegli anticorpi che l’Abruzzo ha non sono mai entrati in circolazione?

Se per Carichieti, così come per Tercas e la controllata Caripe, la debacle era prevedibile, perché si è persa l’occasione migliore che potesse starci e che pure era stata pensata in tempi non sospetti? Quella di creare un’unica Cassa d’Abruzzo lasciando per una volta da parte campanilismi e lobby di potere locale. La logica dell’equazione banca uguale clienti, voti, elezioni e potere ha portato all’ultimo atto della commedia. E ormai sullo schermo è comparsa la parola fine.

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