Carte clonate, altri 8 casi a Tocco da Casauria

Sono tutti titolari di Postamat che come altri sette hanno scoperto prelievi abusivi sui loro conti

TOCCO DA CASAURIA. Cresce il numero dei derubati al Postamat di Tocco da Casauria con carte clonate. Alle sette denunce presentate martedì al comandate della stazione dei carabinieri di Tocco da Casauria, il maresciallo aiutante Marcello Santacroce, se ne sono aggiunte altre otto ieri. I titolari delle carte, dopo la diffusione della notizia si sono precipitati numerosi ieri mattina per verificare lo stato del proprio conto corrente. Chi ha trovato la propria carta bloccata dopo averla inserita nel sistema Postamat ha poi riscontrato che era stato effettuato, qualche giorno prima, un prelievo illecito. Le somme sottratte, anche ai nuovi derubati, si aggirano sui 700/800 euro e finora il montante sottratto accertato ai correntisti toccolani ha raggiunto la cifra di circa 10mila euro. Ieri all'ufficio postale toccolano sono arrivati tecnici specializzati nei sistemi informatici del Bancoposta per effettuare controlli e verificare il funzionamento delle apparecchiature. La loro manomissione da parte dei banditi, con tutta probabilità, è stata messa in atto nella nottata di domenica, in modo da poter clonare le carte di chi ha effettuato prelievi nella giornata di lunedì e dunque ha inserito i propri dati nel postamat. La seconda azione dei malviventi, quella di individuare i codici dei correntisti, sarebbe stata sviluppata nella notte di lunedì con il successivo prelievo delle somme avvenuto nel postamat di Capistrello (Aq). La ricostruzione delle dinamiche dell'azione criminale e dei tempi utilizzati, è al vaglio degli inquirenti e dei tecnici delle Poste. Si pensa ad una banda molto organizzata, visto che in Val Pescara questo tipo di truffa si è già verificata in altri centri come Scafa, Caramanico Terme e Manoppello. La tecnica utilizzata è quella ormai nota dello skimming: attraverso l'uso di un dispositivo elettronico detto skimmer si riescono a copiarei dati contenuti nelle bande magnetiche delle carte quando vengono introdotte nel postamat e con dei microchip nascosti nella tastiera si recuperano i pin digitati dall'utente. Un sitema efficace di cui l'ignaro utente viene a conoscenza solo quando vede il proprio conto notevolmente decurtato. Il cliente comunque è garantito: potrà recuperare le somme prelevate e non riconosciute presentando immediatamente una denucia alle forze dell'ordine da unire alla domanda di risarcimento indirizzate alla Poste che, in quanto custode delle somme dei clienti, è il vero soggetto che subisce la truffa.

Walter Teti

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