PESCARA

Case a rischio, controlli in sei palazzi a San Donato 

Dopo gli sgomberi di tre palazzi a Rancitelli, nuovi accertamenti dell'Ater sulla vulnerabilità sismica degli edifici

PESCARA. Non è finita. I controlli dell’Ater sulle case popolari per accertarne la sicurezza proseguono. Nei mesi scorsi è stata esaminata la vulnerabilità sismica di otto fabbricati, cioè i più alti e più datati, potenzialmente più a rischio. Per tre di quei palazzi, situati tutti in via Lago di Borgiano, si è reso indispensabile lo sgombero. Per gli altri, invece, nessun allarme. Ora, però, si va avanti.
Controlli a San Donato. Saranno passati al setaccio dagli esperti sei palazzi (ognuno di sei piani più il porticato), che si trovano nel rione Cep, a San Donato, e cioè in via Vezza, via Basento, via Rio Sparto e via Seccia. Sono edifici costruiti a metà degli anni Sessanta e l’Ater ha deciso di andare avanti anche se questi edifici «destano minore preoccupazione rispetto a quelli già controllati altrove». Ora si sta «cercando la documentazione storica sulla realizzazione, per poi avviare l’intervento».
A parlarne e a fare il punto della situazione sono Virgilio Basile, commissario unico dell’Ater, e il dirigente Carmine Morelli. Ricordano che accertamenti di questo tipo, per accertare l’eventuale rischio, sono stati promossi anche alla luce delle sollecitazioni arrivate dagli inquilini che dicevano di «sentire degli scricchiolii». E la preoccupazione è cresciuta ulteriormente dopo le scosse di terremoto del 2016. «I fabbricati più alti sono i più esposti alle spinte», dicono, ed è da lì, «dai palazzi più sensibili e vulnerabili», che sono partiti i controlli voluti dall’Ater. Adesso si prosegue in altre zone ma «è improponibile pensare ad un controllo a tappeto di questo tipo su tutti gli edifici».
Lavori per gli sfollati. La speranza è che l’emergenza di via Lago di Borgiano non si ripeta. Dopo lo sgombero improvviso di tre palazzi (84 famiglie) l’Ater ha incaricato 11 ditte di sistemare 43 alloggi, per fare in modo che il Comune di Pescara li assegni ad altrettante famiglie di Rancitelli rimaste all’improvviso senza casa e a settembre scade il termine per ultimare i lavori. Ma i primi risultati ci sono già, dicono sempre Basile e Morelli. «Due appartamenti sono stati sistemati e assegnati. Tra questa settimana e la prossima se ne assegneranno altri: per nove è già stata assicurata la disponibilità e per altri 9 si procederà a breve. In un paio di settimane saranno pronti altri 13 appartamenti mentre su alcuni locali sono in corso degli accertamenti, prima dell’esecuzione dei lavori, perché contengono mobili da spostare in deposito o perché sono oggetto si sfratto. Di altri tre appartamenti è stato accertato che sono inutilizzabili per cui dobbiamo attendere che ne rientrino altrettanti nella disponibilità dell’Ater per poi intervenire, e i tempi si annunciano rapidi». Al di là di questi appalti l’Ater aveva già messo a disposizione 7 appartamenti, tra Pescara e provincia.
Le rinunce. Uno degli ostacoli principali è la localizzazione di queste case. Solo 21 si trovano a Pescara. Le altre sono fuori città e chi viveva in via Lago Di Borgiano non accetta di spostarsi da Pescara. «È già un trauma essere sradicati da casa, figuriamoci cambiare città», dice Basile mostrandosi comprensivo. «Siamo in un momento tragico e cerchiamo di accontentare tutti ma gli alloggi che abbiamo sono questi. Ed è il Comune a occuparsi dell’assegnazione, non noi». Va detto che i 43 appartamenti che si stanno sistemando saranno solo delle «case provvisorie per chi è stato “sfrattato” da via Lago di Borgiano perché tra due anni dovrebbero essere completati dal Comune i palazzi (64 appartamenti) tra via Tronto e via Tavo, per cui si apriranno altre possibilità, ma solo per gli inquilini regolari».
Entro settembre l’Ater porterà a termine l’impegno assunto per la sistemazione dei 43 appartamenti che aveva liberi, ma non può assicurare altro. «Perché gli alloggi occupati abusivamente, e sono un centinaio, possono essere liberati solo se si avvia un’azione sinergica con le forze dell’ordine e la magistratura, essendoci già dei procedimenti in corso. La situazione è monitorata per tutti gli abusivi, ma lo sblocco non dipende da noi», assicura Basile. Certo, «se dovessero liberarsi degli appartamenti li prenderemo in carico e li inseriremo nell’elenco per chi è rimasto senza casa in via Lago di Borgiano». Qualcuno, poi, ha risolto da solo trovando un tetto seguendo la strada dell’autonoma sistemazione.
Investiti 642mila euro. Non è stato semplice, per l’Ater, portare avanti l’iter per recuperare i 43 appartamenti. L’azienda, sempre a corto di fondi, ha potuto contare sulla Regione. «Nel giro di tre ore il presidente D’Alfonso ha sbloccato e messo a disposizione 642 mila euro, fermi nelle pieghe delle burocrazia ministeriale. Poi è arrivata anche l’autorizzazione del ministero e abbiamo affidato i lavori, dando 60 giorni tempo alle imprese».
Sempre a proposito di fondi, è impossibile non chiedersi dove si troveranno le risorse per ricostruire le case di via Lago di Borgiano. «Essendo stato accertato che il terremoto è stato una concausa della inidoneità statica dei palazzi, è ipotizzabile che attingeremo a fondi statali», conclude Basile.
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