Caso Straccia, la famiglia dice no all’archiviazione

I famigliari dello studente universitario scomparso da Pescara e poi trovato morto a Bari: Roberto non è caduto da solo in acqua

PESCARA. Mario Straccia, il padre di Roberto, lo studente universitario scomparso da Pescara e poi trovato morto a Bari, ha presentato alla Procura della Repubblica di Pescara opposizione alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta che riguarda la tragica fine del figlio, con l’indicazione di nuovi temi di indagine. Il pm che ha seguito il caso, che il mese scorso aveva chiesto al gip l’archiviazione, ha trasmesso la richiesta al giudice per le indagini preliminari.

Di Roberto Straccia, 24 anni, originario di Moresco (Fermo), si erano perse le tracce il 14 dicembre 2011 da Pescara, dove viveva per motivi di studio. Era uscito dal suo appartamento per andare a correre, in abbigliamento sportivo, come lo avevano ripreso le telecamere sul lungamare sud, e da quel momento di lui non si è saputo più niente, fino al ritrovamento della salma, avvenuto il 7 gennaio sulla costa di Bari. Nelle motivazioni circa la richiesta di archiviazione presentata dal sostituto procuratore Giuseppe Bellelli si parlerebbe di caduta accidentale o volontaria, un’ipotesi che i familiari e amici dello studente hanno sempre respinto.

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