Caterina Chinnici ospite al Classico

La figlia del magistrato ucciso dalla mafia incontra i ragazzi «Dopo Dalla Chiesa, mio padre conosceva il proprio destino»

PESCARA. Una lunga carrellata di ricordi incentrata sulla figura del padre magistrato, passando anche attraverso dei momenti di familiarità, in quanto oltre al rapporto professionale, tra quelle grandi personalità c’era anche una frequentazione personale.

Già, poiché ieri mattina, nell’aula magna del liceo classico D’Annunzio, durante l’incontro organizzato dal Premio Borsellino, Caterina Chinnici magistrato ed europarlamentare socialista, figlia del magistrato Rocco, ucciso dalla mafia nel 1983, ha rievocato anche quei momenti in cui il padre, prima con Paolo Borsellino e poi con Giovanni Falcone (e altri ancora), ha messo in piedi, come ideatore e realizzatore, il pool antimafia.

Anche con incontri che avvenivano nella casa di Chinnici, «mettendo a tavola il servizio di piatti intermedio. Ossia non quello di tutti i giorni, ma neanche quello destinato alle occasioni speciali», ha rievocato la Chinnici davanti ad una platea di studenti, e alla dirigente del liceo Donatella D’Amico.

Un’occasione in cui a Chinnici è stata consegnata una targa come premio per la sua attività nella promozione della legalità, e nella quale sono stati ripercorsi alcuni tratti, soprattutto personali, della biografia del padre.

Infatti, ieri i ricordi sono stati soprattutto quelli che affondavano nella memoria di una figlia che rievoca la figura del genitore.

«Per me è stato assolutamente naturale intraprendere la carriera di magistrato», ha sottolineato Caterina Chinnici, «e ricordo che mio padre si alzava alle cinque del mattino per cominciare a lavorare».

«Ricordo poi», ha aggiunto il magistrato ed europarlamentare socialista, «di essere stata una pessima ribelle, quando mio padre volle che mi iscrivessi ad un liceo classico pubblico, mentre io volevo seguire le amicizie che si erano iscritte ad un liceo privato».

Ma l’album si è anche aperto sulla tragedia che stava per incombere.

«Ricordo anche le espressioni che assunse mio padre», ha rilevato, «alla notizia dell’uccisione di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Lì, mio padre ebbe la certezza che il prossimo sarebbe stato lui».

Un appuntamento, quello del Classico, a cui hanno preso parte anche il coordinatore del Premio Borsellino Oscar Buonamano e il magistrato Stefano Filippini, addetto alla segreteria del Csm.

Un prossimo incontro al liceo è previsto per il 6 novembre, con don Aniello Manganiello e Tony Gentile.

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