Catignano, all’edicolante suicida avevano negato un prestito

Il paese sotto choc, Marcotullio doveva pagare una cartella da 15mila euro Equitalia: "Nessun pignoramento, solo debiti contributivi"

CATIGNANO. Lo spettro di un debito che non riusciva ad onorare, per Gianni Marcotullio, l'edicolante di Catignano che lunedì sera si è impiccato nel suo giardino, era diventato un fardello troppo pesante da sopportare. Anche il sessantatreenne che per vivere vendeva giornali e faceva qualche polizza assicurativa, era nella lista di Equitalia.

A detta di chi lo conosceva bene, non si trattava di una somma enorme – qualcuno parla di un debito di 15mila euro - ma per un uomo come Gianni, preciso, metodico, puntuale e profondamente onesto, anche pochi euro, per principio, sarebbero diventati il suo cruccio. Ed il peso di quella cartella esattoriale, per la quale aveva tentato in ogni modo di trovare una copertura anche con la richiesta di prestiti alla sua banca e mettendo in vendita una parte della casa di famiglia, ha agito come un tarlo che lentamente lo ha logorato dentro.

Ha sofferto silenziosamente, nella sua abituale, composta dignità, ha fatto partecipe qualche amico di questo problema, ma non dando mai a vedere quanto lo stesse devastando. Ed ora la sua Catignano, il borgo natìo tanto amato, lo piange e non si dà pace per una morte tanto assurda quanto inaspettata. È un paese sotto choc quello che negli ultimi due giorni, con la morte tragica di Gianni, giornalaio da più di una generazione, sta prendendo coscienza di aver perso un pezzo della sua storia. C'è dolore nelle parole del sindaco Francesco Lattanzio, che al telefono non riesce a trattenere lacrime e singhiozzi. E c'è anche tanta rabbia, per non aver saputo capire il disagio di un suo concittadino, ma prima di tutto di un amico fraterno. Punta il dito contro Equitalia, perché, a suo dire «sono tante le famiglie a Catignano che sono cadute in questa rete e non sanno come uscirne».

La società dal canto suo in una nota, esprimendo cordoglio per l’accaduto, precisa di non aver inviato di recente a Gianni Marcotullio avvisi o solleciti di pagamento. «Il signor Marcotullio aveva alcuni debiti arretrati, in particolare di natura contributiva, ma a suo carico non risultano procedure cautelari o esecutive, nessun fermo, nessuna ipoteca e nessun pignoramento».

Sono parole che chiariscono i rapporti tra Equitalia e Marcotullio, ma non sono sufficienti a spiegare il dramma di un uomo che in un momento di grande sconforto, nonostante l'armonia che regnava all'interno della sua famiglia, l'affetto della moglie Lucia e delle due figlie Maria e Francesca, dei nipotini, e malgrado la sincera stima dei suoi concittadini, non ha saputo vedere altra via d'uscita a questa situazione che mettere fine alla propria esistenza. «Il suo tempo», dicono ancora di lui amici e conoscenti, «era dedicato non solo al lavoro, che svolgeva con serietà e precisione, e alla famiglia, per cui ha lavorato tutta la vita, ma anche alla comunità e al volontariato».

In passato era stato infatti tra i fondatori della locale sede della Croce Rossa, e pur non indossandone più la divisa da qualche anno, continuava a sostenerla con iniziative di beneficenza. Gli amici lo vogliono ricordare sorridente sull'uscio della sua edicola, magari per la vittoria della Juventus, la squadra del cuore, o per una battuta confezionata su misura per ognuno dei suoi clienti.

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