CAZZO, MA LA SCADENZA NON ERA TRA UN MESE?

Racconto in gara per la quinta edizione  del concorso letterario “Montesilvano scrive”. Clicca sui tasti di condivisione per votarlo

IL CONTEST Tutti i racconti in gara
IL REGOLAMENTO Partecipa anche tu

Avete presente quella meravigliosa, rassicurante sensazione di avere tutto il tempo del mondo per buttare giù il vostro racconto sulla figura di un pasticcere trotzkista che sta lentamente prendendo forma sulla vostra Moleskine pagata uno sproposito nel negozio Moleskine solo perché fa figo? Cazzo siamo a un concorso letterario, è ovvio che avete presente.

La scadenza è lì, lontana, è Venere vista dalla Terra con un telescopio. Solo che a un certo tragico punto vi rendete conto che il telescopio è al contrario.

State a sentire: treno della speranza Torino-Lecce, mi sono appena sistemato nel confortevole vagone, da cui spero un giorno di scendere, incastrato fra 4 baresi intenti a sperimentare all'estremo il loro idioma locale ed un omino pelato, con trench e ombrello nero, che cerca qualsiasi pretesto per parlare di ogni argomento dello scibile umano. Per ammazzare il tempo, comincio mentalmente a spuntare la lista delle cose-fatte-e-da-fare.

- Incontrare Pinketts ubriaco: fatto.

- Comprare il ricettario di Carlo Cracco: fatto.

- Dar da mangiare al gatto: ah no, è morto allo scorso Salone del Libro.

Manca qualcosa ne sono sicuro… vabbè, intanto controllo Facebook.

Alessio R. ti ha invitato al “Match d’Autore 2013: manda un racconto entro il 22 maggio e vinci...”

Ventiduemaggio.

Che giorno è oggi?

Diciannove.

Merda.

La storia del pasticciere trotzkista ha bisogno di più tempo per venire alla luce, due giorni sono troppo pochi, come faccio ad ambire alle vette letterarie di Joyce in 48 ore? E poi devo assolutamente fare l’uovo di Cracco appena torno a casa. Però al “Match d’Autore” ci voglio partecipare, che altrimenti non saprei come abbordare le universitarie. Devo scrivere lì, sul treno della speranza a notte fonda incentivato solo dall'odore tipico di 4 baresi senza scarpe.

Comincio a prendere appunti nel delirio dato dalla mancanza di sonno, quello che segue è ciò che la mia mente ha partorito.

Citare scrittori famosi morti, tipo Bukowski, quindi infarcire il racconto di sesso, cavalli e alcol. Soprattutto dei primi due, dal momento che l’accoppiata si è già rivelata vincente (rivedere la mia tesi di laurea su Ilona Staller).

Inserire un colpo di scena cazzuto e inaspettato. Riflettere su quanto sarebbe stata noiosa la vita di Paolo Brosio senza la notte a base di trans e cocaina che al risveglio lo ha portato a una fede smodata nei confronti della Madonna.

Seguire le mode: chi non leggerebbe le avventure di Joe Bastianich circondato da orde di zombie, che sopravvive grazie ai suoi amici vampiri che spacciano video di gattini su Youtube? (possibile titolo dell'opera “Io non muoro”). Unire il punto 3 al punto 1, inserendo una scena in cui Bastianich sodomizza Benedetta Parodi indossando solo il grembiule di Masterchef.

Effetto nostalgia. Nel racconto abusare degli anni Novanta senza ritegno: piazzare Kenshiro davanti a Non è la Rai mentre danza spasmodicamente “Please don’t go” giocando col Game Boy.

Inserire un politico buffo (Gasparri) che fa qualcosa di moralmente deprecabile con una carota e un asino, così da accattivarsi la grossa fetta di pubblico data dall'elettorato grillino. Evitare ogni riferimento, anche casuale, a Walter Veltroni, che ammoscia.

Il conflitto è la chiave di ogni buon racconto, dall’Amleto alla Pimpa: analizzare nel dettaglio tutti gli espedienti drammaturgici dell’episodio “Pimpa e l’anatroccolo Alì”.

Poi mi sono addormentato.

Ed è subito Pescara Centrale.

Vabbè, domattina vedo se lo scrivo ‘sto racconto che tanto si sa che i concorsi letterari sono tutti truccati.

©RIPRODUZIONE RISERVATA