Cementificio, Mascia incontra i vertici dell’azienda

PESCARA. Vertice oggi con la proprietà dell'azienda Sacci spa per fare luce sul futuro del cementificio di Pescara, a fronte del rischio di chiusura dello stabilimento e della cassa integrazione dei...

PESCARA. Vertice oggi con la proprietà dell'azienda Sacci spa per fare luce sul futuro del cementificio di Pescara, a fronte del rischio di chiusura dello stabilimento e della cassa integrazione dei dipendenti sino al 4 maggio dell’anno prossimo. Alla riunione, con i rappresentanti delle istituzioni locali e con i sindacati, parteciperà l'ingegnere Augusto Federici, titolare dell'opificio.

L’incontro era stato richiesto con una lettera, inviata dieci giorni fa, sottoscritta dal sindaco Albore Mascia, dall'assessore regionale alle attività produttive Alfredo Castiglione e dal presidente della Provincia Guerino Testa. Una richiesta concordata con i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, durante due recenti incontri avvenuti nelle ultime settimane per individuare un futuro per quegli operatori e per la fabbrica.

«Tre le ipotesi che vogliamo vagliare con la proprietà», ha spiegato Mascia, «ossia pensare a una riconversione dell'azienda; vagliare la disponibilità della Sacci a vendere la struttura da riconvertire; o, in ultimo, se il cementificio è ormai destinato alla chiusura e alla relativa dismissione, determinata sicuramente dalla forte crisi che oggi attanaglia il settore dell'edilizia, capire cosa intende fare l'azienda per la bonifica del sito, perché non è pensabile che il cementificio chiuda lasciando a Pescara l'eredità di un blocco di cemento armato e di forni dismessi e abbandonati, ripetendo gli errori amministrativi dell'ex inceneritore».

«L'amministrazione comunale», ha aggiunto il sindaco, «garantirà il massimo impegno accanto alle maestranze lavorative, pur confermando la bontà delle decisioni assunte nel settembre del 2012, quando la nostra amministrazione comunale ha dato parere negativo al rinnovo dell'Autorizzazione ambientale integrata all'opificio, perché continuiamo a pensare che uno stabilimento di tale impatto ambientale, non sia più concepibile nel cuore della città».

È un accorato appello alla proprietà quello che figura nella lettera inviata ai vertici della Sacci per richiedere un incontro. «Come rappresentanti istituzionali di una Regione con un territorio e un'economia già seriamente compromessi da altre gravissime problematiche, non ultimo il terremoto del 2009», hanno scritto Mascia, Castiglione e Testa, «esprimiamo la nostra grande preoccupazione per la situazione occupazionale che si è recentemente profilata; è nostro preciso dovere intervenire al fine di salvaguardare i posti di lavoro e le prospettive di un'importante realtà aziendale locale, oltre che di conoscere il destino del manufatto».

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