Centinaia di alberi sono a rischio crollo 

Strada della Bonifica e viale Pindaro tra le zone più pericolose

PESCARA. È composto da circa 24mila alberi il patrimonio arboreo cittadino. Migliaia di pini domestici e d’aleppo, palme, lecci e pioppi, in prevalenza. Ma anche olmi, platani, robinie, aceri, ciliegi, prunus, querce e cedri, sparsi in ogni angolo della città. Piante secolari sono da annoverare negli elenchi di viali storici, da via Scarfoglio a viale Kennedy, da via Giulio Cesare a via del Santuario.
Di questo immenso capitale verde, oltre alle piante malate che negli ultimi tempi anche sotto la spinta del maltempo, sono già crollate causando panico, paura e feriti come nel caso ultimo di via Avezzano, ci sono altre centinaia di piante a rischio crollo dislocate in diverse aree del territorio: via Avezzano, strada Comunale Prati, via del Concilio, area ex Monopolio, via Scarfoglio, viale Kennedy, viale Pindaro, via della Bonifica. Funghi, carie, umidità, attacchi di punteruoli e cocciniglia, tra i principali responsabili della morte del verde in città. I monitoraggi dovrebbero essere effettuati dagli agronomi, rigorosamente su incarico del Comune, in un lasso di tempo compreso tra sei mesi e cinque anni, a seconda dello stato di gravità delle piante da controllare.
In alcune strade, come viale Regina Margherita, viale Kennedy, piazza San Francesco e la zona dell’ospedale, ci sono prevalentemente pini domestici e d’aleppo che sono stati messi in sicurezza negli ultimi due anni con un lavoro certosino di «cablaggio dinamico» portato a termine, su incarico del Comune, dai professionisti dell’Ordine provinciale degli agronomi e dei forestali, diretto da Matteo Colarossi.
Profondo conoscitore dello stato del patrimonio arboreo cittadino è Carlo Massimo Rabottini, 50 anni, agronomo fitopatologo pescarese, con esperienza ventennale nel settore, specializzato nel controllo e nella valutazione del rischio di ogni singolo albero con strumentazioni di precisione altamente all’avanguardia come sonde e tomografi. Le prove statiche e i monitoraggi per ogni pianta hanno costi variabili dai 100 euro in su. È un viaggio nel cuore della città con gli alberi malati, pericolanti, a rischio, sotto controllo, monitorati, quello che il Centro ha effettuato ieri, fianco a fianco con l’esperto, all’indomani dei crolli che hanno mandato all’ospedale una donna (via Avezzano); costretto il traffico a subire rallentamenti (via Marconi) e a pochi giorni dalle cadute delle piante flagellate dal meteo impazzito, dalla pineta a piazza Italia. Una lunga serie di incidenti che avrebbero potuto avere conseguenze fatali per i cittadini. Quindi la domanda è d’obbligo: quanti alberi sono a rischio caduta sul territorio cittadino?
«Il patrimonio arboreo pescarese», argomenta Rabottini, laurea in Scienze Agrarie a Perugia e collaborazioni con le università di Los Angeles e Londra «è composto da circa 24mila alberi di ogni specie, soprattutto pini, lecci, palme, pioppi. Difficile fare la conta precisa degli alberi pericolanti, il Comune sta avviando l’iter per un censimento puntuale. Su 1200 pini controllati negli ultimi due anni, il 10 per cento è a rischio. Dieci piante, classificate a livello D rischio estremo, sono cadute tra viale Kennedy, area ex Monopolio e via Scarfoglio. Il crollo di via Avezzano è causa di un fungo gigantesco, una “carie bianca” che ha frantumato l’interno della pianta che poggia su terreno umido. Il ramo del pioppo si è abbattuto a terra dopo essersi staccato da una pianta , attaccata da altri due fungoni, che rischia di andar giù al prossimo fortunale». L’agronomo, inoltre, avverte che è «da tenere sotto stretta osservazione i pioppi, platani e tigli tra viale Pindaro e via della Bonifica».
Rassicura, Rabottini, sulla messa in sicurezza con speciali imbracature a tirante di un pinus pinea in via Regina Margherita, un pino d’aleppo dalla «chioma riformata» in piazza San Francesco dove nel tempo sono caduti tre alberi, un pino domestico di 85 anni rimesso in sesto tra viale Kennedy all’incrocio con via Cavour e un altro, storto, ma osservato speciale all’angolo con via Solferino.