L’esposto di si 

«Chiarezza sulla proprietà di quelle case» 

MONTESILVANO. Un esposto alla Procura e un’interrogazione parlamentare, a firma del deputato Giovanni Paglia, per far luce sullo sgombero di via Ariosto. Ad annunciare tali iniziative sono il...

MONTESILVANO. Un esposto alla Procura e un’interrogazione parlamentare, a firma del deputato Giovanni Paglia, per far luce sullo sgombero di via Ariosto.
Ad annunciare tali iniziative sono il segretario regionale di Sinistra Italiana, Daniele Licheri, e il consigliere regionale Leandro Bracco, che evidenziano come i contorni della vicenda siano stati resi ancora meno nitidi dai dubbi sollevati in queste ore sulla proprietà degli appartamenti. «Da come si evince in un servizio giornalistico della Rai», commentano, «dal 1987, anno della realizzazione degli immobili da parte di una società di Pescara, c’è stato un fallimento e un acquisto all’asta da parte di una società di Napoli. Poi numerosi passaggi di proprietà che si sono avvicendati: le visure catastali mostrate ci fanno preoccupare».
Sinistra Italiana pretende poi che a rispondere di quanto accaduto sia chi «ha speculato per anni, magari prendendo affitti in nero e lasciando gli stabili a un vero e proprio decadimento. I ghetti diventano tali perché c’è qualcuno che lo permette. Ribadiamo la responsabilità politica di un’amministrazione che si fa dettare ormai la linea da Forza Nuova senza guardare in faccia donne e bambini». A tornare sull’argomento anche Corrado Di Sante di Rifondazione Comunista. «Il sindaco si dice pronto a ricevere proposte di riqualificazione e ad accordare premi di volumetria. Tradotto: nuova speculazione edilizia e appartamenti vista mare», commenta. «È davvero questa l’esigenza del quartiere, avere nuova edificazione e nuovo cemento quando ci sono migliaia di appartamenti sfitti e persone in strada? Servono politiche abitative pubbliche e non nuova edilizia privata, occorre un’agenzia comunale per affitti a canone calmierato con i proprietari disponibili».
Di Sante sostiene poi che sarebbe «davvero indegno se al groviglio di proprietari e società nelle cui mani sono passate negli anni le palazzine sgomberate oggi venisse concesso il diritto di usufruire di premi volumetrie e di nuova edificazione». Al contrario, a detta dell’esponente di Rifondazione, è giusto che si faccia luce sui proprietari dei 48 appartamenti sgomberati, verificando punto per punto tutta la vicenda. «A chi spettava la manutenzione degli immobili e dell’impiantistica?», chiede Di Sante. «Dove sono stati i proprietari in questi anni? Chi lascia degradare così il proprio patrimonio immobiliare? Chi pagherà le spese delle operazioni di sgombero?». (a.l.)