Chiesa madre, ora si teme il crollo

Caramanico, sopralluogo esterno a Santa Maria Maggiore. Zone ancora isolate

CARAMANICO TERME. È rientrata ieri in Comune la giunta che in questi giorni, a causa della mancanza di energia elettrica, aveva stabilito il suo quartier generale nella frazione di San Tommaso. Il primo impegno è stato un sopralluogo, con i vigili del fuoco, alla chiesa di Santa Maria Maggiore, dove il peso della neve ha procurato un crollo parziale del tetto, per rendersi conto delle condizioni di stabilità dell'intera copertura.

«Abbiamo osservato la costruzione dall'esterno», riferisce il sindaco Simone Angelucci, «perché è molto pericoloso entrare. Solo quando si sarà sciolta la neve e con le dovute precauzioni, nella speranza che la struttura non crolli completamente, saremo in grado di valutare ogni cosa. È già previsto un futuro sopralluogo sempre con i vigili, con il parroco don Angelo Polloni e con il responsabile dei beni culturali della Curia di Chieti, monsignor Giuseppe Liberatoscioli, ex parroco di Caramanico che conosce bene la chiesa e soprattutto i tesori che essa contiene, fra i quali la Madonna dell'Assunta di D'Antino. Si tratta di una chiesa su cui negli anni sono stati effettuati tanti restauri, con una storia millenaria e alla quale», va avanti Angelucci, «i caramanichesi sono molto legati e dunque disposti anche a contribuire per il suo restauro. Come Comune faremo di tutto. Chiederemo una conferenza di servizi con Curia e Soprintendenza ai beni culturali e cercheremo tutti i canali di finanziamento per eseguire i lavori».

Sul fronte dell'emergenza restano da raggiungere alcune contrade dove è stato impossibile ripristinare anche il collegamento elettrico. Sono arrivati 16 gruppi elettrogeni, che sono stati collegati ad altrettante cabine di distribuzione elettrica di media tensione, ma ne sarebbero occorsi 23. Molte zone sono ancora isolate per la neve. «Si dovrà ancora lavorare nelle prossime ore», precisa il sindaco. «In questi giorni siamo stati impegnati h 24 senza sosta nel tentativo di raggiungere ogni luogo abitato del territorio. Abbiamo usato, con l'aiuto dei volontari e l'appoggio dei carabinieri, 8 mezzi comunali, alcuni andati in avaria per il notevole carico di lavoro, una pala di grandi dimensioni dataci dalla Protezione civile su richiesta della Provincia, e due grosse turbine giunte da Friuli e Trentino».

Walter Teti

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