La statua che causò la tragedia

Città Sant'Angelo, bimba schiacciata dalla statua: una sola condanna

Omicidio colposo: inflitti 6 mesi al responsabile e legale rappresentante dell'outlet, assolti gli altri 5 imputati. Risarcimento di 650mila euro ai familiari

PESCARA. Una condanna e cinque assoluzioni al termine del processo sulla morte di Catherine Vassilissa Efremov, la bimba di 5 anni che il 21 settembre di sette anni fa fu schiacciata da una statua di bronzo in una delle piazzette del Città Sant'Angelo Outlet Village. Il giudice monocratico Francesco Marino ha condannato Ubaldo De Vincentiis, originario del Belgio e residente a Montesilvano, responsabile e legale rappresentante della struttura, a sei mesi di reclusione, pena sospesa. Assolti, invece, «perché il fatto non costituisce reato», gli altri imputati Gianluigi Rinaldo e Maurizio Campanai, che sono stati direttori del centro dal 2009 in poi; Lorenzo Rosi, legale rappresentante della società Pescara Outlet, con sede a Reggio Emilia e proprietaria della statua; Giacomo Billi, responsabile tecnico della società; Massimiliano Rossi, responsabile della sicurezza e della prevenzione del centro.

leggi anche: Bimba uccisa dalla statua Il pm chiede sei condanne  Tre anni e otto mesi di reclusione per tutti gli imputati per omicidio colposo  La piccola russa fu schiacciata da un giocoliere di bronzo. Sentenza il 17 maggio

Il pm aveva chiesto condanne a tre anni e otto mesi per tutti gli imputati, che erano accusati di omicidio colposo. De Vincentiis e due società responsabili civili sono inoltre stati condannati a pagare a favore delle parti civili un risarcimento che complessivamente si aggira intorno ai 650 mila euro.

La bimba, di origine russa e residente a Parigi, era arrivata in Abruzzo dalla Francia, insieme alla famiglia, per trascorrere una breve vacanza. Quel giorno si fermò a giocare con la sorellina in una piazzetta del centro commerciale, quando una statua di bronzo, raffigurante un giocoliere, crollò sulla bimba, colpendola al capo e uccidendola.