CLOCHARD
Racconto in gara per la quinta edizione del concorso letterario “Montesilvano scrive”. Clicca sui tasti di condivisione per votarlo
IL CONTEST Tutti i racconti in gara
IL REGOLAMENTO Partecipa anche tu
Mi svegliavo all’alba ogni giorno in un posto diverso.
Alcune volte sentivo un gran peso intorno al capo
altre volte provavo una grande leggerezza appena gli occhi
si aprivano ai primi rumori del mattino.
Quel mattino non ero invisibile agli altri…, lo ero già da nove o dieci anni forse,
ero invisibile a me stesso.
Avevo appena cominciato ad osservare quello che mi circondava,
non so perché si era affacciato uno strano pensiero.
Cercavo di rammentare qualche visione di un sogno,
ma invano perché nessuna immagine onirica mi riportava a quella sensazione.
Avvertivo appena appena un disagio, un’apprensione innaturale.
Mi trovavo da tempo con me stesso e con me stesso parlavo, non avevo rancori
non provavo nulla, non desideravo niente, non credevo a nessuno.
Camminavo sempre molto, mi ero abituato presto, con il sole e la pioggia, senza
meta perché le mie gambe conoscevano già dove avrei potuto recarmi .
Adesso ricordo che in passato davo molta importanza al tempo,
avevo un’agenda piena di appuntamenti, gente da incontrare, luoghi da visitare.
Avevo… avevo anche tanti amici…mi viene in mente…ma quanti ricordi…ricordo
di un amico, non ricordo il nome.. beh non ha importanza il nome… quante altre
cose non ricordo…avevo una famiglia…
Il mio amico mi chiamava spesso, sono sicuro che condividevamo…
condividevamo…avevo una famiglia, una donna.
Troppi ricordi s’affacciano
e non sono sicuro che appartengano a me.
Dentro di me questa sensazione di non avvertire la stessa persona
non mi lasciava alzare dal giaciglio di coperte che avevano cullato la mia notte.
Niente…niente da fare, non riuscivo a muovermi.
Guardavo adesso uomini che si muovevano
per la strada, era da tanto tempo che non avevano un significato
per me e ora sembravo sfacciatamente incuriosito.
Sì ero diventato invisibile…non fosse per qualche altra immagine
che si stava facendo largo tra le piaghe della mia mente…tante parole
tanti concetti…ma dov’erano prima?, chi ero io prima?,
dov’è ora la mia famiglia, perché non ho paura?.
Provo ad alzarmi di nuovo e mi sembra di alzare il mondo intero.
Forse mi sono ammalato.
Sorriso…sì sorrido e credo di non averlo più fatto da allora…
Delle lacrime scendono ora sul mio viso abbronzato
E credo di non averlo più fatto da allora…
davanti a me vedo una strada, tante auto si muovono
si spostano in direzioni opposte.
Io vorrei solo alzarmi
e girovagare, vorrei…vorrei continuare a non pensare…
ma penso…credo di non averlo più fatto da allora.
Mi sento male…un'altra immagine …ed è quella
che mi vede uscire ed allontanarmi dalla mia casa…
dalla mia casa…girovagai fino a tarda sera…poi mi sedetti…
volevo riposare un po’ e sarei tornato a casa…alle mie cose.
Anche allora provai ad alzarmi…ora i ricordi cominciano
ad essere più nitidi… era come se l’energia mi avesse abbandonato,
non riuscivo a spostarmi.
Poi …anche questa mattina è accaduta la stessa cosa.
Mi chiedo se la stessa cosa mi è accaduta anche le mattine precedenti…
Di non riuscire a muovermi e ad iniziare ad avere dei ricordi…
Poi scorgo una bottiglia, la prendo e la avvicino alle labbra secche.
Un po’ alla volta mi libero da quella morsa, mi alzo e comincio a camminare
e sono sicuro che le mie gambe sapranno sicuramente dove andare.
Ricordi, immagini e parole del passato crescono, una voce mi sussurra
che posso rialzarmi, che posso farcela…
Non so perché ma ora sono già in piedi .
Ora ricordo anche il nome del mio amico…
Domani…forse le mie gambe sapranno riportarmi
Indietro...
©RIPRODUZIONE RISERVATA